Mido, il settore degli occhiali tra tecnologia e Made in Italy

Un convegno per ragionare sulla sfida del futuro per il comparto

FEB 7, 2023 -

Milano, 7 feb. (askanews) – Un convegno per fare il punto sullo stato di salute dell’industria degli occhiali e, al tempo stesso, raccontare come, grazie alla tecnologia, il Made in Italy si rafforza con la ricerca. “Oftalmologia, ottica e optometria: quale futuro con le nuove tecnologie”: è questo il titolo dell’evento organizzato da Fabiano Gruppo Editore con Mido Milano Eyewear Show nel polo fieristico di Rho. “Mido – ha detto ad askanews Giovanni Vitaloni, presidente dell’associazione di categoria Anfao e di Mido – chiaramente non è solo un momento di presentazione di collezioni, di prodotti e progetti. ma è anche un momento formativo e culturale, per sviluppare il nostro settore”.

Un settore che vede la produzione dell’occhialeria italiana a 5,17 miliardi di euro, in crescita del 24% rispetto al 2021 e che sempre più punta sulla tecnologia come strumento di ulteriore crescita, come testimoniato anche da una grande impresa come EssilorLuxottica.

“Il nostro gruppo da sempre, seguendo in questo le ore del nostro presidente e fondatore – ci ha detto il responsabile Ricerca&Sviluppo dell’azienda, Federico Buffa – ha sempre investito tantissimo nell’innovazione, nella ricerca e nello sviluppo. al giorno d’oggi gli ambiti della sostenibilità, del digitale, del Web3 e del Metaverso richiedono investimenti forti e di lungo termine, dei quali tutti i partner ne beneficeranno, per cui aziende grandi come la nostra hanno questa responsabilità non solo per se stesse, ma per tutto il settore”.

Le esportazioni di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 22,5% nel 2022, arrivando a 4,94 miliardi di euro e l’export degli occhiali da sole ha fatto segnare una variazione tendenziale dell’28,9% attestandosi a quasi 3,4 miliardi di euro e tornando ai livelli pre-pandemia.

“E’ un momento importante per il Made in Italy – ha concluso Vitaloni – che però deve essere difeso e salvaguardato. E’ per questo che la nostra associazione lavora su un progetto di certificazione, una sorta di passaporto digitale del prodotto, che possa aiutare le aziende a dire dove, quando e come i prodotti sono fatti con una certa trasparenza”.

Perché se i numeri sono positivi, i produttori fanno anche sapere che i costi sono sempre più alti e i margini sempre più ridotti.