Femminicidi, Sabbadini (Istat) recita dati di una piaga sistemica

Relazione alla Commissione Senato. Meloni: su questo tutti uniti

NOV 24, 2022 -

Roma, 24 nov. (askanews) – Alla vigilia del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la Commissione del Senato sui femminicidi ha concluso i suoi lavori presentando una relazione che mostra dati ed ombre di questa piaga purtroppo strutturale, perché il fenomeno non cala da molti anni. Come ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat, i femminicidi attraversano senza differenze ceti sociali, età, condizioni e si muovono all’interno di una comunità:

“Nell’84% italiani contro italiane, marocchini contro marocchine, romeni contro romene; i femminicidi avvengono prevelentemente in coppia, nel 57% dei casi, nel 12% è un ex, ci sono poi i figli che uccidono le madri e i padri che uccidono le figlie”.

Molto frequente è il suicidio dell’autore, arriva a un terzo dei casi. “Molti di loro purtroppo avevano il porto d’armi”.

Quest’anno, 104 donne uccise; in due anni, si contano 169 orfani per femminicidio, un terzo rimasto orfano anche del padre.

“La maggioranza aveva assistito alle violenze del padre contro la madre e fra loro c’è anche chi ha trovato il corpo della mamma oppure ha assistito al femminicidio”.

E ancora, la relazione mostra anche le tragiche carenze della giustizia soprattutto in materia delle consulenze tecniche d’ufficio, della formazione degli operatori, e di mancanza di collaborazione fra i tribunali. Peggio: anche quando negli atti introduttivi delle separazioni ci sono allegazioni di violenza, anche ben documentate, anche sui bambini, queste poi spariscono nel corso dell’iter giudiziario. “C’è un problema di difficoltà della donna ad essere creduta. Questo appare nettamente dalla rilevazione. Nella maggioranza dei casi, cioé il 58%, non si nomina né violenza né conflitto. La violenza quindi sparisce, sparisce fin dall’inizio.

Qui il problema che si pone è che bisogna fare una battaglia culturale fortissima perché le radici stanno nel fatto che alla violenza sulle donne non si crede “.

Non si crede o si minimizza. I lavori della Commissione guidata fin qui dalla senatrice PD Valeria Valente dovrebbero poi passare alla Commissione bicamerale. Questo è un tema su cui non ci sono squadre ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni introducendo la relazione: “Questa è una di quelle materia su cui siamo tutti parte della stessa squadra, possiamo avere punti di vista diversi su mille altre tematiche però su questo davvero credo non ci possano essere distinzioni, e dico di più, non che non ci possano essere distinzioni fra donne di partiti diversi ma che non ci debbano essere distinzioni fra uomini e donne, perché il problema è di questa società”.