Cade tabù della coca in cucina, la usano alcuni chef in Colombia

La farina estratta dalle foglie utilizzata come condimento

SET 14, 2022 -

Roma, 14 set. (askanews) – Cade il tabù della coca in cucina: alcuni chef colombiani hanno iniziato a utilizzare della farina fatta con le foglie di coca nelle loro ricette, con la speranza che questa “polverina” possa presto diventare un condimento come il sale o la paprika. Tra questi c’è lo chef Rodrigo Pazos:

“É il fardello di noi colombiani, allo stesso tempo è sfidante come chef, innanzitutto includerla nei menu, includerla in tutti i nostri sviluppi gastronomici, e poi assicurarci che venga accettata dai clienti”.

“L’obiettivo è trasformare e iniziare a cambiare la percezione della cocaina solo come coca e vedere che è un ingrediente che si può trovare nella credenza e averlo come punto di riferimento”, aggiunge Pazos.

E la coca in cucina si sposa bene con gli antipasti, i dolci e le portate principali, svelano gli addetti ai lavori.

Le foglie vengono da tutti associate alla sostanza stupefacente e la violenza legata al narcotraffico in Colombia e all’estero, ma per lo chef Jeferson Garcia – che ha appena preparato un dolce cremoso a base di farina di coca nel suo ristorante di lusso a Bogotà – dobbiamo anche ricordarci che la pianta veniva usata in passato come energizzante naturale.

“Penso sia necessario liberaci da questo tabù. La Colombia è nota per essere il Paese che esporta questo tipo di droga. Io credo che dobbiamo enfatizzare che è una pianta e che prima di essere passata tramite quel processo maligno, per dirlo così, è un processo naturale è una foglia naturale che utilizzavano i nostri avi per ottenere energia”.

Le foglie della pianta dal sapore amaro vengono cotte al forno, diluite e miscelate con altri ingredienti. La farina di coca – pianta coltivata solo in Colombia, Perù e Bolivia – è ricca di ferro, fosforo e calcio e si vende anche al mercato della capitale colombiana. Alcune ricette di queste esperienze culinarie sono state raccolte in retococa.org.