Nuove scoperte a Pompei: emergono armadi, bauli e stoviglie

Franceschini: "Davvero non finisce di stupire"

AGO 6, 2022 -

Roma, 6 ago. (askanews) – Piccoli ambienti arredati rinvenuti attorno al sontuoso larario scavato nel 2018 durante interventi di manutenzione: piatti, vasi, anfore, oggetti in vetro e terracotta lasciati in bauli e armadi, abbandonati durante la fuga per l’eruzione del 79 d.C. e oggi ritrovati.

Nuove scoperte a Pompei in uno dei grandi quartieri della città antica. Il Direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel: “Questi dobbiamo immaginarli montati così per consentite il movimento delle porte e dentro le mensole, questa è la mensola crollata nel momento dell’eruzione con sopra i vasi”.

Il ministro per la Cultura, Dario Franceshini: “Pompei davvero non finisce di stupire ed è una bellissima storia di riscatto, la dimostrazione che quando in Italia si lavora in squadra, si investe sui giovani, sulla ricerca e sull’innovazione si raggiungono risultati straordinari”.

Un laboratorio a cielo aperto che continua a regalare meraviglie.

I nuovi scavi hanno portato alla luce ambienti modesti. Una delle stanze presenta un letto e un baule ligneo bipartito, lasciato aperto nel momento della fuga, ha conservato un piattino in sigillata ed una lucerna a doppio beccuccio con bassorilievo raffigurante la trasformazione di Zeus in aquila. Accanto, un tavolino circolare a tre piedi con sopra ancora una coppa in ceramica contenente due ampolline in vetro, un piattino in sigillata ed un altro piattino in vetro.

L’altro ambiente sembra essere un locale deposito o magazzino.

All’esterno, nell’angolo sud del breve disimpegno, di fronte alla cucina, è stato ritrovato un armadio ligneo con almeno quattro ante. La parte superiore del mobile e gli sportelli anteriori sono risultati compromessi dal crollo del solaio soprastante, con tegole, pavimenti ed intonaci che ne hanno sventrato i livelli superiori di cui però sono comunque percepibili le forme sul muro retrostante. Si tratta di un mobile di circa 2 m di altezza, con almeno cinque ripiani. Su quello più in alto sono stati rinvenuti brocchette, anforette e piatti in vetro, mentre è tuttora in corso lo scavo dei livelli inferiori.

Neli ambienti superiori, di gran valore documentario è il piccolo calco delle tavolette cerate. Un unicum per la tipologia di ritrovamento, che ne ha permesso di realizzare il primo esemplare di calco, che ne consente la perfetta restituzione della volumetria e dei dettagli. Si tratta di un gruppo di sette trittici, legati tra essi da un cordino sia in senso orizzontale che verticale. Il polittico doveva probabilmente essere conservato su qualche scaffale, unitamente ad altri oggetti in ceramica e in bronzo.

Contenute all’interno di un grosso armadio, crollato durante l’eruzione, sono inoltre state recuperate diverse ceramiche d’uso comune, da cucina e da mensa, ma anche forme in sigillata (tipo di ceramica romana fine da mensa) e in vetro, molto ben conservate. A queste si affianca un piccolo set di forme in bronzo, tra cui spicca una ben conservata pelvis (bacile) con fondo perlinato ed anse con attacchi a palmette. Con essa anche due brocche bronzee, una delle quali con ansa con applique sormontante a forma di sfinge ed attacco inferiore a testa leonina. Trovato anche un bruciaprofumi in forma di culla, in ottimo stato conservativo, con la decorazione pittorica policroma perfettamente conservata che ancora mostra i dettagli di labbra, barba e capigliatura del soggetto maschile e decorazione geometrica sull’esterno.