Antica città buddista minacciata da una cava di rame cinese

Mes Aynak, in Afghanistan, rischia forti danni per le estrazioni

LUG 1, 2022 -

Roma, 1 lug. (askanews) – A circa 40 chilometri a Sud-Est di Kabul, nascosta tra le immense cime rocciose, l’antica città buddista di Mes Aynak rischia di scomparire per sempre, inghiottita dalla gestione di una delle più grandi cave di rame al mondo da parte di un consorzio cinese. Il futuro del sito archeologico paragonato a Pompei e Machu Picchu per importanza ed estensione, è appeso ora alle attività estrattive, come denuncia Jalat Surkhabi, manager del dipartimento per i monumenti storici della provincia: “Se iniziano le estrazioni di rame, la miniera danneggerà il sito archeologico, perché l’estrazione non è un lavoro delicato. Avranno bisogno di far esplodere per arrivare al materiale che vogliono estrarre. E le esplosioni sono molto pesanti, così potrebbeo danneggiare le stupa e le statue”.

Gli archeologi hanno scoperto monasteri e monumenti buddisti (stupa), fortezze, edifici amministrativi e abitazioni, e ancora centinaia di statue, affreschi, ceramiche, monete e manoscritti. Esmatullah Burhan, portavoce del ministero dell’estrazione e del petrolio: “L’attuale politica dell’emirato islamico – assieme alle politiche del ministero delle estrazioni e del petrolio e del ministero dell’informazione e cultura – è di fornire la migliore tutela affinché nessun monumento legato all’era buddista venga distrutto”.

Nonostante le razzie all’inizio del secolo, Mes Aynak è uno dei siti archeologici meglio conservati. Ma la necessità per i talebani – tornati al potere ad agosto 2021 – di trovare nuovi flussi di entrate dopo che gli aiuti internazionali sono stati congelati, hanno reso le attività estrattive una priorità e potrebbero porre fine ad altri lavori archeologici.

“Vogliamo che l’Unesco, o altri paesi che ci sostengono e aiutano, collaborino con noi per spostare alcuni dei monumenti”, chiede con forza il manager provinciale Jalat Surkhabi.

La maggior parte degli oggetti scoperti sono del II o IX secolo AC, ma un’occupazione precedente e delle ceramiche risalirebbero all’Età del Bronzo, ancora prima della nascita del buddismo. Il sito dimenticato per secoli è stato riscoperto da un geologo francese nei primi anni Sessata.