Cafà (Cifa): il salario minimo per sostenere il lavoro di qualità

L'appello dal festival del Lavoro 2022 di Bologna

GIU 24, 2022 -

Bologna, 24 giu. (askanews) – Siamo di fronte a una profonda trasformazione del mondo del lavoro per cui non si può continuare con vecchi modelli. Bisogna rispondere ai bisogni dei lavoratori e delle imprese con nuovi criteri di rappresentatività e di contrattazione collettiva e puntare sulle nuove competenze. La richiesta arriva dal Festival del Lavoro 2022 di Bologna dove Fonarcom e Cifa Italia hanno chiamato a raccolta i massimi esperti del settore. Il presidente Andrea Cafà.

“La contrattazione di qualità sostiene il lavoro buono e di qualità. Noi abbiamo preso una posizione netta contro il dumping. Per cui condividiamo la proposta del ministro Orlando di istituite il salario minimo tenendo la media dei contratti maggiormente rappresentativi”.

Secondo l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, il salario minimo può aiutare a battere il dumping salariale e i contratti pirata: “Non si tratta di adottare una misura universale, uguale per tutti, ma una misura differenziata, categoria per categoria. Un conto è il salario minimo dei metalmeccanici o quello dei tessili o degli edili o dei chimici. Ci sono poi particolari categorie che sono al di sotto di una soglia di 7 euro”.

Si può migliorare il mercato del lavoro con la conoscenza e la trasparenza, come ha spiegato all’iniziativa di Fonarcom e Cifa Italia Donata Gottardi, professore di Diritto del lavoro dell’Università di Verona: “Ci sono delle contrattazioni anche con altre confederazioni sindacali che sono costrette per il lavoro povero a inserire un livello inaccettabile diremo noi. E’ importante però che nel momento in cui si ragiona non si pensi che una volta determinato 9 euro come soglia minima tutto questo si risolva perché questo è un problema di relazioni sindacali che è molto diverso da quello dei decenni scorsi e che deve aggiornarsi”.

Un concetto ribadito da Salvatore Vigorini, presidente del Centro Studi InContra di Cifa e Confsal:

“Lo sforzo va fatto anche in un’altra direzione, cioè intervenendo sul cuneo fiscale, cercando di alzare le retribuzioni dei lavoratori attraverso una riduzione della tassazione fiscale e del carico retributivo che oggi abbiamo sui nostri salari”.