Rischi fumo, a Palermo 63esimo congresso siciliano cardiologia

Tra 20 anni obiettivo fumatori al 5%. Ma c'e molto da fare

NOV 29, 2021 -

Palermo, 30 nov. (askanews) – Si è svolto dal 25 al 27 novembre 2021, nell’Aula magna “Maurizio Ascoli” del Policlinico di Palermo, il 63esimo Congresso della Sezione regionale siciliana della Società Italiana di Cardiologia. L’incontro, che ha visto la partecipazione dei giovani ricercatori delle scuole cardiologiche siciliane, ha offerto l’occasione per affrontare argomenti di stretta attualità, oltre a quelli legati all’emergenza Covid. Tra questi gli effetti del fumo di sigaretta sull’apparato cardiovascolare, come illustrato dal professor Salvatore Novo responsabile scientifico del convegno.

“ll fumo di sigaretta ha due componenti, una componente legata alla combustione, dove si raggiungono circa 900 gradi del fumo di sigaretta, e questo provoca due fenomeni, uno è la liberazione di ossido di carbonio e un altro è la liberazione di idrocarburi aromatici, il cosiddetto catrame – ha osservato Novo -. L’ossido di carbonio tende a spiazzare l ossigeno dall emoglobina e allora l organismo si difende producendo più globuli rossi e aumentando la concentrazione di emoglobina”.

Ma non solo. Gli effetti del fumo di sigaretta sulla salute, infatti, coinvolgono anche altri ambiti . “Su un altro fronte i prodotti della combustione, cioè gli idrocarburi, sono fortemente cancerogeni – ha proseguito il professor Novo – e quindi provocano i tumori polmonari, i tumori al livello della vescica, e in alcuni casi l’aumento di tumori gastrici e del colon. Quindi diciamo che il fumo di sigaretta è molto nocivo per l’organismo in generale e per l’apparato cardiovascolare in particolare”.

Il contrasto al fumo passa inevitabilmente attraverso un approccio culturale nuovo, con l’impiego di soluzioni che limitino l’assunzione di nicotina .

“Le strategie intanto dovrebbero essere di politica sanitaria e pubblica con campagne mediatiche per scoraggiare l’uso delle sigarette. Cercare di educare i bambini sin dalla scuola – ha dichiarato -. Si possono usare i cerotti di nicotina che sono stati usati ma finora non hanno dato grandissimi risultati. Anche i centri per il fumo purtroppo ce ne sono pochi, in Sicilia solo dieci”.

“Una possibile alternativa potrebbe essere quella di usare i prodotti un cui il tabacco non viene portato a quelle temperature di 900 gradi, ma semplicemente riscaldato a una temperatura che sembra essere massimamente di 300 gradi. A queste temperature non si liberano tutti quei prodotti nocivi che si liberano con la combustione. Questo fumo con il tabacco riscaldato ha avuto il consenso in America anche se l’hanno considerato un prodotto che riduce il rischio ma non lo abolisce”.

La strada da affrontare per giungere a una drastica riduzione della percentuale di fumatori è ancora lunga dunque, e tutt altro che semplice. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha concluso Novo – si è posta l’obiettivo, da qui al 2040 cioè entro il prossimo ventennio, di portare la percentuale dei fumatori dal 25% attuale al 5%. Ma per i motivi che abbiamo detto prima, questo sembra abbastanza difficile”.