Covid, l’Isola di Pasqua vota se riaprire o no ai turisti

Dopo oltre un anno e mezzo di chiusira per la pandemia

OTT 25, 2021 -

Roma, 25 ott. (askanews) – Dopo essere rimasti isolati dal mondo per oltre un anno e mezzo a causa della pandemia, il popolo dell’Isola di Pasqua è stato chiamato al voto per decidere se tornare a riaprire o meno al turismo. L’isola, a 3.700 km a Ovest della costa del Cile, nel mezzo del Pacifico, è da sempre una grande attrazione per i visitatori di tutto il mondo che decidono di scoprire l’America Latina e il turismo rappresenta la fonte di sostentamento principale.

Uri Erisa Tuki Teave, abitante di Rapa Nui, il nome indigeno dell’isola: “Siamo riusciti a vivere per due anni, quasi due anni senza turisti. Ma abbiamo fatto uno sforzo per sopravvivere. Oltre questo, non possiamo. Per due anni va bene, per tre anni forse, ma per molti anni non si può sopravvivere”.

L’isola ha chiuso il 16 marzo 2020, quando il Cile ha dichiarato lo stato d’emergenza e imposto severe restrizioni. Anche se qui, in realtà, si sono registrati solo otto casi di Covid-19 e nessuno nuovo da settembre 2020. Secondo le autorità locali non ci sono stati mai ricoveri o morti. Il voto in realtà è una consultazione non vincolante, la decisione finale spetterà all’autorità sanitaria regionale di Valparaiso, regione del Cile di cui è provincia, o al ministero della Salute; non si sa ancora se il risultato del voto verrà considerato. E il popolo è diviso:

“Ho votato per riaprire, perché penso che siamo al punto in cui dobbiamo ricominciare, riaprire le nostre case, riaprire i nostri posti di lavoro, e avere la speranza che a un certo punto l’economia dell’isola possa tornare ad assomigliare a quella che avevamo prima”. Ma qualcuno pensa che ci si debba reinventare e si possa vivere anche senza turismo: “Ho votato per non riaprire l’isola perché siamo ancora molto incerti sulla pandemia, almeno finché non è chiaro cosa accade in tutto il mondo. Penso che vorrebbe dire uccidere direttamente le persone”.

L’isola ha un tasso di vaccinazione contro il coronavirus del 73,1%, ma il centro medico di Hanga Roa, la capitale, non ha unità di terapia intensiva, solo dei ventilatori.