Mostra su Raffaello inaugurata al museo di Capodimonte a Napoli

Sulle opere eseguite accurate analisi diagnostiche

GIU 10, 2021 -

Milano, 10 giu. (askanews) – Al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli è aperta fino al 10 settembre 2021 la mostra “Raffaello a Capodimonte: l’officina dell artista”, nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del pittore rinascimentale.

Un percorso attraverso le opere che fanno parte del prezioso patrimonio “raffaellesco” del museo campano, molto più ricco di quanto si possa pensare, come ha sottolineato lo stesso direttore, Sylvain Bellenger.

“Questa mostra – ha spiegato – ci fa capire diverse cose molto importanti: la prima è che Capodimonte ha scoperto di avere una collezione molto più importante di quanto si sapeva e poi, la cosa fondamentale per me, grazie alla collaborazione con le istituzioni, con il Cnr e l’università abbiamo potuto sviluppare la diagnostica e abbiamo capito una cosa miracolosa: la grazia di Raffaello che io ho sempre associato al momento dell anima umana, invece non è così. Forse è anche così ma, soprattutto, grazie al mestiere, alla tecnica di Raffaello abbiamo potuto, grazie la tecnologia, capire questa tecnica. Si vede nella mostra la differenza di sensibilità, di tecnica, di filosofia tra Giulio Romano (il principale allievo di Raffaello, ndr) e Raffaello. Raffaello è quello che porta al massimo la grazia, la dolcezza di un momento della storia umana unica nella nostra memoria”.

Tra le opere si ricordano tavole celebri come “L Eterno e la Vergine”, “Mosé e il roveto ardente” o il “Ritratto del cardinale Alessandro Farnese”.

Su di esse il museo ha effettuato una serie di indagini scientifiche innovative, in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, il CNR (attraverso l’ISPC – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale e lo SCITEC (Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche), i Laboratori Nazionali del Sud di Catania e il LAMS (Laboratoire d archéologie moléculaire et structurale) di Parigi.

Indagini condotte con strumenti multimediali che hanno consentito di entrare letteralmente “dentro” l’opera, consentendo di esaminare le diverse fasi di lavorazione della bottega dell artista e dei sui seguaci.

Curatori della mostra sono Angela Cerasuolo, capo del Dipartimento di Restauro del Museo di Capodimonte e Andrea Zezza, docente di Storia dell Arte Moderna all Università Vanvitelli .