Milano, 20 mag. (askanews) – In questo edificio nella fredda Islanda ha avuto inizio un primo tentativo di decongelamento dei rapporti russo-statunitensi. L’occasione è stata a Reykjavik il Consiglio artico, di cui Mosca e Washington fanno parte. Le personalità di altissimo profilo. Il top della diplomazia mondiale: il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il segretario di stato statunitense Antony Blinken.
L’avvio è stato molto prudente. Lavrov:
“Siamo pronti a discutere tutte le questioni senza eccezioni se le discussioni saranno oneste, con i fatti sul tavolo, e basate sul rispetto reciproco”.
La replica di Blinken era già pronta:
“Non è un segreto. Abbiamo differenti punti di vista e quando si tratta di queste differenze, come ha condiviso anche il presidente Biden con il presidente Putin, se la Russia agisce in modo aggressivo contro noi, i nostri partner, i nostri alleati, risponderemo”.
Ma l’auspicio è quello del dialogo:
“Cerchiamo una relazione stabile e prevedibile con la Russia. Pensiamo che sia un bene per il nostro popolo, un bene per il popolo russo e, in effetti, un bene per il mondo”.
E Lavrov sulla stessa linea, ma con vis polemica, dal momento che Mosca e Washington sono anche coinvolte in un’aspra disputa sullo status delle rispettive ambasciate e consolati:
“Saremo pronti a scavare tra le macerie lasciate dalle precedenti amministrazioni statunitensi per quanto riguarda il funzionamento delle missioni diplomatiche degli Stati Uniti in Russia e della Russia negli Stati Uniti”.
L’incontro è stato definito un buon inizio. Ma nessuno ha offerto alcun aggiornamento sui progressi verso un vertice Biden-Putin, dicendo solo che le discussioni sulla sua logistica continuano.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio di Gualtiero Benatelli
Immagini Afp, DC pool