Cerciello, attesa sentenza: i due americani rischiano l’ergastolo

I giudici in camera di consiglio

MAG 5, 2021 -

Roma, 5 mag. (askanews) – È attesa nell’aula bunker di Rebibbia la sentenza del processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega e del ferimento del collega Andrea Varriale nel luglio del 2019 a Roma, nel quartiere Prati.

Sotto accusa ci sono i due giovani statunitensi Lee Finnegan Elder e Gabriel Natale Christian Hjorth. Nelle scorse udienze nei loro confronti il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo, senza la concessione di alcuna attenuante. I genitori di Finnegan, accompagnati dai legali, hanno salutato il ragazzo attraverso le sbarre.

Il suo avvocato, Roberto Capra: “Lo abbiamo visto oggi, ovviamente è in attesa. È una sentenza importante dopo un lungo processo che per noi è andato bene dal punto di vista dell’istruttoria, oggi bisogna fare l’ultimo passo”.

Franco Coppi, avvocato della moglie di Cerciello: “Fermo restando che c è un morto e merita tutta la pietà, il fatto che due persone vadano in carcere non puo essere motivo di esultanza per nessuno, sono altri esseri umani che se pur possono aver meritato un castigo soffrono”.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Finnegan è quello che

ha accoltellato, affondandando 11 volte l’arma nel busto di

Cerciello. Ma Natale è l’organizzatore della serata che avrebbe trattato la dose di stupefacente da comprare e chiamato sul cellulare l’intermediario a cui era stato preso lo zaino. Una vicenda complicata, a cui si aggiunge il caso della benda sugli occhi e di quella foto che ritrae Hjorth con le braccia dietro la schiena, nella caserma dei carabinieri finita sulle prime pagine di molti giornali del mondo che ha portato sotto accusa altri due militari dell’Arma.