Troppi lavoratori precari, protesta il Teatro dell’Opera di Roma

Presidio "con spettacolo" in Campidoglio per Raggi e Fuortes

APR 16, 2021 -

Roma, 16 apr. (askanews) – Due ore di presidio che si trasformano in un grande spettacolo all’aperto in Piazza del Campidoglio, sede del Comune di Roma, dove i lavoratori e le lavoratrici del Teatro dell’Opera sono venuti a chiedere chiarimenti alla sindaca nonché presidente della Fondazione Virginia Raggi e al sovrintendente del Teatro Carlo Fuortes in merito alla nuova dotazione organica, che, sostengono i manifestanti, mette in futuro fortemente a rischio la qualità delle produzioni del Teatro Costanzi.

Massimiliano Fiorini, artista del coro e rappresentante Fialp Cisal:

“Il tema di oggi è la destrutturazione del Teatro dell’Opera di Roma a seguito della proposta di dotazione organica del sovrintendente Fuortes, che noi riteniamo del tutto inadeguata che rischia di penalizzare in una maniera irreversibile il lato produttivo del Teatro dell’Opera di Roma. Il Teatro dell’Opera di Roma con questa nuova dotazione organica si avvierebbe a diventare un piccolo teatro di provincia e non riuscirebbe più a fare produzioni a livello internazionale, che è il livello che gli è richiesto, che gli è garantito e tutelato dalle leggi dello Stato”.

“Così si rischia di pregiudicare per sempre un patrimonio internazionale, parlo ad esempio tra tutti del settore della scenografia, della sceno-tecnica, fiore all’occhiello, il Teatro dell’Opera di Roma è l’unico in Italia che continua a preservarlo e così sarebbe paralizzato. Lo dimostra il fatto che quest’estate nel tanto declamato evento del Circo Massimo gli elementi scenici del balletto le Quattro stagioni sono stati appaltati all’esterno, che è una cosa gravissima”, ha aggiunto Fiorini.

I sindacati denunciano un utilizzo eccessivo e “stabile” di lavoratori precari. Sui cartelli il numero 631, ovvero la dotazione organica necessaria al teatro per funzionare.

Fabrizio Micarelli, Slc Cgil Roma e Lazio: “Abbiamo chiesto con forza l’intervento della politica, in quanto abbiamo iniziato una trattativa con il Teatro dell’Opera di Roma per quanto riguarda la dotazione organica, ma loro hanno chiuso totalmente a tutte le nostre richieste e per questo oggi stiamo richiedendo un intervento per sbloccare questa drammatica situazione”.

“L’azienda continua a sostenere che sono sufficienti 522 lavoratori a tempo intedeterminato e poi tutti gli altri, oltre 100, può continuare a mantenerli a tempo determinato. Noi stiamo dicendo che nei piani, il totale dei lavoratori utilizzati è stato superiore ai 520, ma superava anche i 650 lavoratori, noi oggi stiamo dicendo di attenerci a quei numeri lì, che è la pianta organica utilizzata in questi anni”, ha aggiunto.

C’è in corso un enorme contenzioso, frutto di contratti stipulati negli anni non conformi alle leggi e ora la richiesta è quella di stabilizzare i precari.

Alessandro Faraoni, segretario generali FISTel Cisl Lazio:

“Vorremmo un teatro non più con precari ma con persone stabili, proprio perché vogliamo dare un senso alla cultura e al futuro di questo teatro. Oltretutto sappiamo benissimo che con il Covid quello che sta succedendo e le difficoltà del mondo dello spettacolo e qui si acuisce con la scelta, secondo noi non razionale, non intelligente da parte del sovrintendente Fuortes di voler ridurre la pianta organica soprattutto ragionando su minori stabilizzati e con qualche precario in più. Invece noi chiediamo che la pianta organica rimanga con i numeri che abbiamo oggi e che siano tutte persone a tempo indeterminato e non certo precarie”.