Galleria Fumagalli e Annamaria Maggi, 30 anni con gli artisti

Con Lòrànd Hegyi organizzato un palinsesto di mostre vive

MAR 31, 2021 -

Milano, 8 apr. (askanews) – Un programma di iniziative per raccontare i trent’anni alla direzione della storica galleria Fumagalli, tra Bergamo e Milano. Annamaria Maggi, che guida la galleria d’arte dal 1991, ci ha raccontato come ha immaginato queste celebrazioni per il 2021.

“Ho pensato a lungo a come avrei voluto festeggiare questo anniversario – ha detto ad askanews – e ho anche pensato che sarebbe stato troppo celebrativo, troppo autoreferenziale fare un progetto e un programma individuato da me. Avevo bisogno di una figura esterna che potesse raccontare la mia storia, non volevo raccontarla da sola”.

Per questo ha voluto accanto a sé uno storico dell’arte e curatore museale come Lòrànd Hegyi, che da molti anni segue i progetti della galleria e che ha impostato il palinsesto su una serie di mostre focalizzate sugli artisti della galleria, da Kounellis ad Anne e Patrick Poirier, da Robert Oppenheim a Maurizio Nannucci

“Non vogliamo fare una retrospettiva, non una ricostruzione filologicamente precisa di 30 anni – ci ha spiegato lo studioso ungherese – al contrario, vogliamo parlare degli artisti, di come hanno sviluppato le loro opere, anche di come sono cambiati”.

“Tante collaborazioni, sempre con artisti viventi – ha aggiunto la direttrice della galleria – questo è stata una delle mie scelte fin dai primissimi anni, perché il rapporto con l’artista è veramente speciale, particolare. In alcuni casi veramente arricchente”.

E lo spirito di un confronto che possa arricchire è anche alla base delle varie mostre che andranno in scena, e anche in digitale, con la galleria Fumagalli. “Sarà ogni volta un’altra costellazione personale – ha aggiunto Hegyi – ma anche un altro approccio alla realtà”.

E alla fine non possiamo non chiedere ad Annamaria un bilancio di questa lunga esperienza culturale. “Per quanto mi riguarda – ci ha risposto – ci sono riuscita, ma sarà il pubblico poi a commentare questi nostri 30 anni”.

In un dialogo polifonico tra gli artisti, le opere, i galleristi e gli spettatori che sembra essere il vero punto di partenza del progetto.