Eike Schmidt (Uffizi): Dante anticipò Warhol sul tema della fama

"Il brano su Cimabue e Giotto ricorda i 15 minuti di gloria"

MAR 29, 2021 -

Roma, 29 mar. (askanews) – “Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido”.

La citazione, da parte del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, riporta all’Undicesimo canto del Purgatorio, incentrato sulla condanna della superbia, un vizio che porta gli uomini a dimenticarsi troppo spesso di quanto sia vana ed effimera la fama.

Il passo dantesco viene ricordato anche nei manuali di storia dell’arte, perché segna il passaggio di consegne nella pittura tra il maestro Cimabue e Giotto, suo allievo secondo la tradizione.

“Queste due righe sono famosissime e l’unico posto dove si vede questo confronto tra Cimabue e Giotto è la sala medievale agli Uffizi” dice Schmidt. “Questa frase è famosissima tra gli storici dell’arte. Dante la impiega per la vana gloria, per spiegare quanto la fama velocemente arrivi e quanto velocemente svanisca. È la fama di ognuno per 15 minuti come diceva Andy Wahrol. È un tema dantesco, quello di Andy Warhol, effettivamente. Ma da un punto di vista storico-artistico è molto più interessante quando Dante ad esempio prende ispirazione dalle rappresentazioni del Giudizio finale, quando si immagina delle sculture in rilievo. Questi sono i punti di contatto di Dante con l’arte figurativa. Su questo tema esiste una letteratura specialistica molto ampia ed approfondita”.