La battaglia dell’imprenditrice di Napoli: salviamo Made in Italy

Lotta alla contraffazione: "Basta fake"

MAR 22, 2021 -

Roma, 23 mar. (askanews) – Basta con il mercato del “fake”, dei prodotti contraffatti venduti sulle bancarelle, e non solo. Occorre voltare pagina, se non si vuole far morire il settore manifatturiero. Ornella Auzino è una imprenditrice napoletana che si batte per tutelare le eccellenze italiane. La donna è titolare di un’azienda che produce borse per conto terzi e che annovera tra i suoi clienti anche alcune griffe del lusso.

“Ho valutato che se le persone che comprano contraffatto, in generale in tutto il mondo acquistassero prodotti artigianali, non necessariamente di fascia alta, anche di fascia più bassa, questo permetterebbe a tanti brand di sopravvivere, di espandersi e dare poi manodopera ai terzisti come me. Alimentare un’economia sana attraverso l’educazione del consumatore”.

Un mercato, quello sommerso, che in tempo di pandemia sta dilagando. E’ urgente porre un freno. Da qui il grido di allarme: “Il mercato della contraffazione sta dilagando perché non c’è stata educazione e contrasto reale negli anni precedenti. Un po’ per demerito di brand del lusso che vengono copiati, un po’ per demerito anche della politica che non ha mai tutelato fino in fondo la manifattura italiana come avviene in Francia o Germania proprio per la pelletteria, dove i comparti sono estremamente tutelati da aggressioni esterne. Esistono delle leggi ma sono vecchie e blande e mirano a punire chi produce, pochissimo a chi compra. Invece occorrerebbe alzare le pene per far comprendere che alzare le pene, comprare in nero, non è solo illecito di acquistare contraffatto ma più di uno”.

Il settore manifatturiero, a causa della pandemia, è in forte crisi. Le preoccupazioni di Ornella Auzino: “La manifattura soffrirà fra qualche tempo perché la moda va a semestre. Noi cominceremo a pagare le pene del 2020 nel semestre 2021. Tutto questo, sperando che a settembre migliori, perderemo tanta manodopera di qualità”. “Sono preoccupata per quello che succederà nel medio periodo perché non aprendo il retail, che il mondo non riapre, la gente non ha voglia di comprare una borsa. Il problema si vedrà nelle stagioni future e non tutti avranno la possibilità di accedere a nuovi lavori così facilmente, altro problema della manifattura italiana è la presenza on line”.