Usa, Biden firma ordine esecutivo su approvvigionamento di chip

Domani alla Camera il super pacchetto di aiuti all'economia

FEB 25, 2021 -

Milano, 24 feb. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per aumentare la catena di fornitura per i semiconduttori utilizzati dalle nuove tecnologie, dai telefoni cellulari alle auto di ultima generazione.

Funzionari della Casa Bianca hanno indicato che servirebbero almeno 100 giorni per rivedere le catene di approvvigionamento e i settori di utilizzo dei chip. L’ordine esecutivo chiede quindi sei valutazioni nei settori della difesa, della salute pubblica, delle Tlc, dei trasporti, dell’energia e del cibo.

L’ordine di Biden intende rispondere alla carenza globale di chip soprattutto nel settore delle auto, che ha portato anche al licenziamento di molti lavoratori, e analizzerà la dipendenza degli Stati Uniti da paesi concorrenti come la Cina.

Afp 22.26 00.42

La firma di oggi, ha spiegato Biden, serve per “rimediare alle fragilità della nostra catena di aprrovigionamento in alcuni settori cruciali della nostra economia per fare in modo che il popolo americano possa resistere alla crisi ed essere autonomo”.

Ma l’azione della nuova amministrazione non si ferma qui. I Democratici della Camera dei rappresentanti potrebbero approvare già venerdì il pacchetto di aiuti all’economia da 1.900 miliardi di dollari voluto da Biden. L’obiettivo è di portarlo sulla scrivania presidenziale prima del 14 marzo, quando scadranno i programmi chiave per la disoccupazione.

C’è molta attesa su queste misure negli usa. Oltre 150 amministratori delegati di società, banche, aziende statunitensi hanno firmato una lettera per il Congresso degli Stati Uniti esortandolo ad approvare il pacchetto di aiuti all’economia.

“Le precedenti misure di soccorso federali sono state essenziali, ma occorre fare di più per mettere il paese sulla traiettoria di una ripresa forte e duratura”, è scrittoì nella lettera, firmata tra gli altri da David Solomon di Goldman Sachs, Larry Fink di BlackRock e Steve Schwarzman di Blackstone.