Osservatorio Ora di Futuro: bambini vogliono scuola in presenza

I risultati della seconda edizione del progetto Generali Italia

DIC 4, 2020 -

Milano, 4 dic. (askanews) – Una scuola tecnologica, ma da vivere in presenza, per andare oltre lo schermo e tornare alla centralità delle relazioni umane. E’ questo il messaggio principale che arriva dai ragazzi nati dopo il 2010 che hanno aderito alla seconda edizione del programma “Ora di Futuro”, promosso da Generali Italia durante il periodo di lockdown. Alla presentazione del rapporto dell’Osservatorio 2020 è intervenuta, ovviamente in collegamento da remoto, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati.

“So bene quanto sia stato faticoso rinunciare alle vostre aule, ai banchi, al contatto quotidiano con gli amici e con gli insegnanti – ha detto la seconda carica dello Stato -. Certo la didattica a distanza e le piattaforme informatiche vi hanno permesso di non interrompere il vostro percorso educativo, ma sappiamo bene che la scuola non è apprendimento attraverso un computer: andare a scuola significa stare insieme”.

Alla presentazione ha preso anche il Country Manager & CEO di Generali Italia, Marco Sesana, che ha parlato di un concetto che i bambini, nei loro contributi al progetto, hanno fatto emergere con forza. “E’ il concetto di responsabilità – ha spiegato Sesana – che mette insieme chi siamo e quello che saremo mette insieme quello che stanno vivendo i bambini e credo anche uno stile che dovremo adottare noi adulti nella nostra vita sociale”.

La seconda edizione di Ora di Futuro ha dovuto ovviamente fare i conti con l’emergenza sanitaria e con il radicale cambio di abitudini di vita che questa ha portato. Ma le difficoltà, ci ha spiegato Lucia Sciacca, direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia, non hanno frenato la partecipazione. “Quello chè è successo quest’anno – ci ha detto – è stato mettere insieme i nuovi bisogni, attivare una rete e cercare di dare delle risposte concrete. E’ stato possibile e abbiamo dei risultati che ci dicono come tutto questo sia andato avanti e abbia coinvolto un numero maggiore di scuole, un numero maggiore di bambini, 50mila, e coinvolto tantissimi insegnanti oltre a 1.300 famiglie”.

E il professor Roberto Benes, coordinatore nazionale di Ora di Futuro, attraverso l’Osservatorio ha ricavato una sorta di ritratto collettivo dei ragazzi delle ultime classi delle elementari, la cosiddetta Generazione Alpha. “E’ una generazione fondamentalmente ottimista verso il futuro – ha spiegato – che crede nelle possibilità della scienza e della tecnologia, e che nel corso dell’emergenza da Covid è una generazione che ha avuto una certa difficoltà a immaginarsi il futuro a lungo termine”.

Intanto però ci si è concentrati anche sul presente e sulle possibilità di offrire sostegno e prospettive ai bambini e alle famiglie più fragili. Che hanno trovato nei centri di Ora di Futuro, gestiti da onlus come CSB, un ulteriore punto di appoggio. Giorgio Tamburlini, presidente di CSB: “Quello che si fa nei nostri centri supportati dal progetto Ora di Futuro – ci ha detto – è mettere insieme i bambini e i loro genitori e, con l’aiuto di educatori professionali farli coinvolgere in attività molto semplici, come lettura, musica, gioco, espressione artistica che possono poi essere ripresi a casa”.

L’esperienza di Ora di Futuro non si ferma qui, ed è già possibile per le scuole iscriversi gratuitamente alla prossima edizione del progetto.