Al liceo Volta di Torino la protesta dei prof. contro la Dad

Il professor Sorella: priorità alla scuola vuol dire altro

NOV 30, 2020 -

Torino, 30 nov. (askanews) – “O la scuola o la vita: un’ alternativa indegna di un paese civile” si legge in uno dei cartelli davanti al liceo scientifico Alessandro Volta di Torino. Qui non sono solo gli studenti a protestare contro la didattica a distanza. Il professor Sorella, che insegna Storia e Filosofia, da venerdì scorso fa lezione seduto sui gradini della scuola chiusa, con il pc per collegarsi ai ragazzi appoggiato su una sedia rossa.

 

Dopo il collegamento con la IV C, a cui via mail aveva preannunciato la sua iniziativa, ha spiegato le ragioni della sua protesta: “C’è uno scollamento tra la dimensione retorica dell’affermazione priorità alla scuola, il dire ‘dobbiamo riportare gli studenti a scuola’ e l’assenza di politiche che si stanno attuando”.

 

Anche altri professori della scuola hanno aderito e si collegheranno con i loro allievi con le stesse modalità. Chiedono chiarimenti a governo, Regione e Comune: “Io mi attendo che la Regione Piemonte e il governo nazionale rispondano a queste quattro domande: la prima che cosa intendono fare per risolvere la questione dei trasporti. La seconda come si intende procedere sul collegamento tra medicina scolastica e medicina territoriale, poi c’è la questione dei tamponi e dello screening di massa rapidi e infine il completamento degli organici”.

 

Per il professore il diritto all’istruzione è un concetto chiaro. “Credo che come corpo docenti bisogna assumere una posizione netta sul fatto che attualmente tra l’affermazione priorità alla scuola e ciò che concretamente si sta facendo c’è una differenza abissale. Dal mio punto di vista personale ogni silenzio in questo momento è complice”.