Fondazione Prada, il cervello e il mistero della coscienza

Partito progetto triennale Human Brains, neuroscienze e cultura

NOV 11, 2020 -

Milano, 11 nov. (askanews) – Una serie di appuntamenti per ragionare sul rapporto tra la cultura e la coscienza. La prima tappa del progetto triennale di Fondazione Prada “Human Brains” affronta il tema della coscienza dal punto di vista delle neuroscienze, ma è chiaro che la portata dell’argomento si apre a riflessioni che sono anche filosofiche e abbracciano l’intero spettro della cultura.

Tra gli ospiti intervenuti nelle discussioni online anche la professoressa Eva Marder, della Brandeis University di Waltham, Massachusetts, nota per i suoi studi sulle dinamiche delle piccole reti neurali e che lavora, oltre che sulla sperimentazione, anche sulla creazione di modelli teorici.

“Quando si cerca di capire alcuni processi fondamentali del cervello umano, o anche del cervello di un granchio – ha detto la scienziata nel corso della seconda giornata del convegno – credo che la cosa essenziale da ammettere è che abbiamo di fronte un grande mistero e possiamo creare un modello o una serie di modelli che possano provare a dare una risposta a questi misteri”.

Forse, anche per chi non mastica neuroscienze, la parte più affascinante del discorso sta proprio nel fatto che studiamo il nostro stesso cervello, andiamo ad analizzare gli impulsi elettrici per rispondere alle domande esistenziali più profonde su noi stessi, in una sorta di riflessione in uno specchio che è quello della scienza, certo, ma le modalità sono le stesse che, per esempio, si applicano nelle cose migliori di arte contemporanea, con opere che, nella loro complessità, cercano di ritrarre il senso dell’essere umani. E, di conseguenza, dare una forma più chiara, un modello, per dirlo con la professoressa Marder, al nostro stare nel presente.

“Il dialogo che si concretizza in Human Brains – non a caso ha sottolineato Miuccia Prada – evidenzia l’importanza della collaborazione nel valorizzare e diffondere discipline e ricerche fondamentali per il nostro presente”.

Un presente che passa anche attraverso il neuroimaging, i circuiti funzionali e la regolazione omeostatica delle proprietà intrinseche della membrana cerebrale. Tutte parole difficili, che contribuiscono però a creare quello straordinario risultato che chiamiamo coscienza.