Emergenza Coronavirus, milanesi divisi sulle misure del Dpcm

Ieri la stretta di Conte per contrastare la diffusione del Covid

OTT 26, 2020 -

Milano, 26 ott. (askanews) – Misure troppo drastiche che metteranno in crisi intere categorie di commercianti. Misure necessarie per sperare forse di salvare almeno il Natale, un momento importante per le famiglie ma anche per i consumi. I milanesi sono divisi sulle nuove misure entrate in vigore oggi col Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte per contrastare l’emergenza Covid-19. “Credo che i danni economici provocati all’indotto siano più gravi dei danni sanitari che la popolazione subirebbe se restasse tutto aperto”, spiega un passante nel centro di Milano.

“Mi vergogno di essere italiana: fanno terorismo psicologico alla gente e ai commercianti”, dice una donna

“Credo sia meglio che chiudere tutto per altri due mesi. I ristoranti non sono una necessità per tutti”, afferma un altro.

“Sono misure abbastanza drastiche ma non è un vero lockdown. La questione delle scuole ha un costo sociale ed è la cosa più preoccupante”