Salute: colore e arte in corsia per aiutare il paziente a guarire

All'Iccs un Osservatorio sull'umanizzazione degli ospedali

OTT 10, 2018 -

Milano (askanews) – Colore, luce, immagini: gli ambienti in cui viviamo hanno sull’umore, la salute, e anche sulla forza di reagire al dolore e alla malattia, un influsso enorme.

E se da tempo gli ospedali hanno cominciato a utilizzare in modo sistematico i colori, prima in sala operatoria e poi anche nei reparti, oggi si capisce che una mano di vernice non basta, anzi a volte può peggiorare umore e comportamento.

Se n’è discusso a Milano, nel corso di un incontro organizzato dall’Istituto Clinico Città Studi che ha visto confrontarsi, psicologi, architetti, esperti di design, medici e istituzioni. “Un contesto che in qualche modo contempli un progetto cromatico adeguato, armonioso; un gioco di luci sufficientemente adeguati; degli spazi che favoriscano o la privacy o anche gli aspetti relazioni creano una sensazione di benessere e facendoti sentire a proprio agio – dice lo psicanalista Michele Stuflesser – Non solo, un progetto di questo tipo riesce anche ad attivare una energia profonda di benessere che è quella più utile ai medici. Questa energia chiamiamola così di tipo psichico, può aiutare a migliorare il progetto terapeutico”.

“C’è un impatto diretto della luce e del colore sui neuroni cerebrali, sull’ipotalamo, e sulla regolazione delle funzioni del corpo umano. Quindi sono cose molto importanti sia per star bene sia per accelerare il recupero delle persone che hanno, o hanno avuto, delle malattie – aggiunge Pasquale Ferrante, direttore sanitario e scientifico Iccs, Istituto Clinico Città Studi – Questo è uno stimolo per noi affinché si riesca a progettare i nostri ambienti, con arte colori, e figure tipo di quelle esposte per poter accelerare il processo di recupero e guarigione dei pazienti.”

L’incontro scientifico ha preso spunto dall’esperienza condotta all’interno dell’Istituto Clinico Città Studi, dove nelle aree di degenza e in quelle comuni sono state affisse foto dal forte impatto visivo realizzate da Alfonso Campiglio nel corso dei suoi viaggi. Iniziativa che ha avuto un diffuso apprezzamento di pazienti, parenti e personale. “Ho cercato di portare un po’ di allegria nell’ospedale con delle cose belle – dice Campiglio – Ho sempre pensato che la bellezza aiuti a guarire. E’ capitato a me nei momenti difficili, vedere delle belle immagini o una bella melodia. O anche il sorriso di una persona può consolare e aiutare”.

Ma colore e immagini da sole non bastano, occorre fare attenzione a diversi fattori che si sovrappongono, come contesti e valenze culturali. E anche alla reale armonia degli ambienti. “Nei Paesi Bassi e in tutta la Scandinavia, per arginare la sindrome da depressione invernale, luce e colore sono diventati elementi fondamentali della progettazione. – spiega Massimo Caiazzo, designer e presidente del gruppo italiano dell’IACC, l’Associazione internazionale dei consulenti del colore – Possiamo dire che il nuovo scenario dove la parola benessere sembra essere al primo posto dovrebbe approfittare della cultura del colore e dell’erogonomia del colore e non renderlo semplicemente una decorazione che insegua mode o il gusto dei progettisti”.

Per dare seguito e sostegno concreto al dibattito scientifico, l’Istituto Clinico Città Studi ha avviato il progetto “Osservatorio Arte e Colore per l’Umanizzazione delle strutture socio-sanitarie” con l’obiettivo di raccogliere le migliori esperienze maturate sull’impiego del colore, dell’arte, e delle diverse espressioni design nelle strutture di aggregazione sociale – ospedali e non solo -e di mettere così a valore comune i risultati scientifici riguardo gli effetti prodotti dai diversi progetti.