I libri d’artista e l’esperienza Fluxus: doppia mostra a Venezia

"Fluxbooks - From the Sixities to the Future"

MAR 6, 2015 -

Venezia (askanews) – Libri, oggetti, giochi, esperienze: dai progetti di Fluxus ai lavori dei giovani artisti che guardano ai grandi maestri degli Anni Sessanta. Potremmo sintetizzare così la mostra “Fluxbooks – From the Sixities to the Future” – cha la Fondazione Bonotto e la Fondazione Bevilacqua La Masa hanno organizzato in due diverse location a Venezia. Un progetto che vuole riportare l’attenzione su Fluxus, utilizzando come tramite il libro d’artista. Patrizio Peterlini è uno dei curatori. “Abbiamo deciso questa operazione – ci ha spiegato – proprio per dare valore a uno dei movimenti che più ha lavorato in modo preciso e rivoluzionario rispetto a questo medium, trasformandolo inizialmente solo per la parte grafica con il genio di Maciunas e Brecht, e poi oggettivamente, trasformandolo in scatola, trasformandolo in oggetto, trasformandolo in qualcosa di completamente diverso”.

Le opere esposte nella Galleria di piazza San Marco provengono dalla collezione di Luigi Bonotto, imprenditore tessile e da decenni collezionista, quasi involontario, delle opere del gruppo. “All’esterno – ci ha raccontato il collezionista – vedete un tessuto che è di nostra produzione ed è stato realizzato apposta per l’occasione. Poi all’interno, in queste altre stanze, ci sono documenti che mi sono trovato in collezione perché i vari artisti negli anni, quando ci si incontrava, una volta mi davano un libro, una volta un’opera, una volta un documento”.

Oggetti che si sono andati accumulando e che a un certo punto, sorprendendo lo stesso Bonotto, sono diventati qualcosa di significativo, anche a livello di quantità. “Quando ho cambiato casa – ci ha confessato Bonotto – io credevo di cavarmela con un camioncino o due… Ci sono voluti invece decine e decine di viaggi”.

In mostra lavori di grandi nomi del Novecento come George Maciunas, John Cage o Yoko Ono. Artisti che a loro volta hanno ispirato giovani colleghi che, lavorando a stretto contatto con Bonotto, hanno realizzato opere in dialogo con quelle dei maestri. E così a Palazzetto Tito ci si può imbattere in tappeti rossi che escono da una finestra, piuttosto che in una performance di saldatura ad arco

Il tutto nel rispetto dell’idea Fluxus che anche i libri più che letture debbano essere esperienze. “Questo – ha concluso Peterlini – è proprio nello spirito Fluxus della vita che è centrale in tutta la loro poetica”.

La doppia mostra veneziana resterà aperta al pubblico fino al 26 aprile.