78° Open d’Italia a Nicolai Hojgaard, Laporta 4/o e miglior azzurro

Bella prova anche per Edoardo Molinari quinto

Tre anni dopo Thorbjorn Olesen (campione nel 2018) un danese torna a vincere l’Open d’Italia. Dove Francesco Laporta ed Edoardo Molinari sono stati tra i protagonisti. Il pugliese, 4/o con 273 (66 70 69 68, -11), per la seconda volta (dopo quella del 2019 quando si classificò settimo) è stato il miglior azzurro del torneo. Mentre il torinese ha chiuso la competizione al 5/o posto con 274 (-10). Un ottimo risultato dopo un evento che li ha visti ben figurare dall’inizio alla fine.

E’ stato un appuntamento storico. Che s’è giocato nella casa della Ryder Cup 2023, su un campo che ha conquistato tutti i campioni in gara. Lì dove si disputeranno anche le prossime due edizioni dell’Open d’Italia prima della super sfida tra Europa e Usa. E a imporsi è stato dunque Nicolai Hojgaard. Che a 20 anni e 177 giorni ha festeggiato il primo titolo in carriera sull’European Tour. E pensare che la 78esima edizione dell’Open d’Italia non avrebbe neanche dovuto disputarla. A concedergli una “wild card” in extremis è stato Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf.

Ha iniziato a giocare all’età di 4 anni, Nicolai Hojgaard. Professionista dal 2019, nella sua prima stagione sull’European Tour ha sfiorato l’impresa al KLM Open in Olanda chiudendo al secondo posto alle spalle dello spagnolo Sergio Garcia. In testa all’Open d’Italia dalla fine del terzo round, il danese nel quarto e ultimo giro (chiuso in 71, par) ha sentito la pressione. Con due bogey (tre quelli di giornata) alla 14 e alla 15 ha rischiato di portare la contesa al play-off. Nel momento clou, con un terzo colpo perfetto alla 18 (par 5), s’è concesso l’opportunità del putt per la vittoria, che non ha fallito con il terzo birdie di giornata. Niente da fare per l’inglese Tommy Fleetwood (tra i favoriti della vigilia) e il polacco Adrian Meronk, entrambi secondi con 272 (-12).

Il successo ha fruttato a Nicolai Hojgaard 485.330,00 euro a fronte di un montepremi complessivo di 3.000.000. E gli ha permesso di recuperare 85 posizioni nella Race to Dubai (l’ordine di merito dell’European Tour) dov’è ora 26esimo. Le statistiche del massimo circuito continentale (stilate soltanto dal 1972, anno in cui è stato fondato l’organismo che gestisce l’attività dei pro continentali) lo indicano quale più giovane vincitore del torneo. In realtà il primato appartiene però al francese Auguste Boyer che, nel 1926 (data della seconda edizione dell’Open d’Italia), riuscì a imporsi all’età di 18 anni.

Bello l’abbraccio finale con il fratello Rasmus, con cui nel 2018 ha trascinato la Danimarca al successo all’Eisenhower Trophy, campionato mondiale a squadre per dilettanti.