Vezzali chiede il vaccino agli atleti che andranno alle Olimpiadi di Tokyo

Intervista al Messaggero per la sottosegretaria con delega allo Sport

APR 15, 2021 -

Roma, 15 apr. (askanews) – “Sì ai vaccini per gli atleti che andranno alle Olimpiadi di Tokyo”. È la posizione di Valentina Vezzali, che la sottosegretaria con delega allo sport ha espresso in un’intervista a Il Messaggero.Governo, Coni e Comitato paralimpico lavorano a braccetto per immunizzare gli azzurri che dal 23 luglio all’8 agosto prenderanno parte ai Giochi. “Nessun ‘furbetto’ né ‘saltafile’, ma la consapevolezza che si tratta di atleti che lavorano per anni per rappresentare l’Italia nella massima vetrina sportiva mondiale”, ha chiarito l’ex campionessa olimpica.

La linea è che gli atleti che andranno a Tokyo rappresenteranno e auspicabilmente daranno lustro all’Italia.

Nel Paese al momento non c’è alcuna legge in merito ma, come ha indicato Vezzali al Messaggero, “a man a mano che le delegazioni olimpiche e paralimpiche si comporranno, insieme con Coni e Comitato Paralimpico avvieremo il percorso di vaccinazione per coloro che rappresenteranno noi italiani ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo”.

Le qualificazioni serviranno ad avere un numero di dosi da richiedere. Perché come è noto, ha ricordato il quotidiano romano, i due terzi degli atleti olimpici sono tesserati con i corpi militari. Di conseguenza come da protocollo nazionale molti hanno già ricevuto il vaccino. Il lavoro che si sta facendo è proprio quello di reperire le dosi mancanti. Gregorio Paltrinieri, tesserato con le Fiamme Oro, è già immunizzato, mentre ad esempio Federica Pellegrini, che non ha alle spalle nessun corpo militare, no: occorrerà fare i conti.

La questione si pone anche per i calciatori che dall’11 giugno all’11 luglio saranno impegnati nell’Europeo: al momento, ha spiegato la sottosegretaria, dalla Figc non è arrivata nessuna richiesta formale in merito: “Verificheremo le eventuali esigenze ma anche i protocolli Uefa. Sono a disposizione dello sport, ma prima di tutto sono a disposizione del Paese”. Si tratterebbe comunque di un numero molto esiguo di dosi (circa 70).

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