Heysel, 35 anni fa la tragedia allo stadio di Bruxelles

39 tifosi della Juve morti nella calca

MAG 29, 2020 -

Roma, 29 mag. (askanews) – Trentacinque anni fa si consumava la tragedia dell’Heysel, 39 tifosi della Juventus morti nella calca sulle gradinate prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool. Erano passate da poco le 19. Solo una rete divideva i settori, in uno stadio vecchio e obsoleto tra i tifosi bianconeri e quelli dei reds in gran parte ubriachi. Gli inglesi ci misero poco a rompere la rete avanzando e lanciando oggetti. La polizia, che si rivelò impreparata ad affrontare la violenza degli pseudo tifosi britannici, non riuscì a controllare la situazione, intervenendo in ritardo e male.

Terrorizzati, i tifosi italiani si spinsero verso l’angolo più lontano e basso del Settore Z, schiacciati l’uno sull’altro contro un muro. Inspiegabile, se non addirittura imbarazzante, fu la decisione dell’Uefa e delle forze dell’ordine belghe di far giocare comunque la partita, per “motivi di ordine pubblico”. I bianconeri alla fine vinsero, ma il loro primo titolo nella massima competizione europea passò decisamente in secondo piano davanti all’immane tragedia umana. Alle 21.40 l’arbitro svizzero André Daina diede il via al match in un’atmosfera tetra e surreale. La Juventus vinse con un rigore assegnato al 58′ per fallo di Gary Gillespie su Zibì Boniek, che l’arbitro ritenne in area. Platini trasforma, sarà il gol decisivo. Alla fine i giocatori della Juventus alzarono la coppa facendo il giro di campo e dichiarando successivamente che non sapevano nulla di quanto era successo. Polemiche furenti, crisi di governo ed elezioni anticipate in Belgio. 25 tifosi del Liverpool vengono estradati e processati dalle autorità belghe, 14 vengono ritenuti colpevoli di omicidio volontario.

L’Uefa squalifica per cinque anni le squadre inglesi dalle coppe europee. Per prevenire altre tragedie viene elaborata la “Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio”, attualmente ancora attiva e ratificata da 42 Paesi. In Inghilterra, in realtà, la situazione cambia poco ma nel 1989, all’indomani di un’altra immane tragedia avvenuta a Sheffield, allo stadio di Hillsborough, dove muoiono 96 persone. Il Paese decide di fare i conti definitivamente con la questione stadi e hooligans fino all’eccellenza odierna. Il club bianconero ricorda oggi così quella data terribile: “La parola Heysel è una di quelle che mai e poi mai potremo dimenticare”, scrive sul sito sotto la targa di Bruxelles “in memoriam 29-05-85. “Sono passati trentacinque anni, ma la memoria di chi c’era, di chi ha assistito dai teleschermi di casa, e anche di chi non era ancora nato ma ha conosciuto i fatti leggendo i libri di storia, è qualcosa che si risveglia, immediatamente, al solo leggere o sentire quella parola. Heysel”.

“Quel giorno – ricorda la Juventus – a Bruxelles c’era il sole. Un sole che stava lasciando sul campo i suoi ultimi raggi, quando proprio su quel campo, e su quegli spalti, prima dell’inizio della Finale di Coppa dei Campioni fra Juve e Liverpool, si consumò l’incredibile. Si consumò l’orrore. Successe tutto in pochi istanti: le cariche, la corsa per scappare, quel muro che crolla. E il panico. Una notte, quella di Bruxelles, che si portò via 39 persone, quasi tutte italiane: il più giovane fra loro aveva solo dieci anni. È alla loro memoria che oggi, come ogni giorno, dedichiamo il nostro raccoglimento, e il nostro dolore. Perché passano gli anni, ma quella parola continua a evocare in noi lo stesso, immutato dolore. Heysel”. Un dolore ricordato anche dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina: “La tragedia dell’Heysel – dice – è un monito costante per la coscienza del calcio europeo. A distanza di anni la commozione è ancora viva, ricordiamo perché non avvenga mai più un dramma del genere”.

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