Rugby,decade Comitato reg. Fir Lazio dopo dimissioni 4 consiglieri

Criticano presidente Luisi:manca autonomia, noi con lui spettatori

DIC 7, 2017 -

Roma, 7 dic. (askanews) – Acque agitate al Comitato Regionale del Lazio della Federazione Italiana Rugby. Il 5 Dicembre, le società di rugby del Lazio e gli ex consiglieri Emanuela Sessa, Daniele Tiburzi, Lorenzo Zileri Dal Verme e Simone Olleia, si sono incontrati per spiegare le motivazioni delle loro recenti dimissioni del 23 Novembre scorso dalla carica di Consiglieri, con l’automatica decadenza dello stesso Comitato Regionale del Lazio presieduto da Antonio Luisi.

Durante l’incontro aperto a tutti i club e ai tecnici regionali – si è appreso al termine dell’incontro – è stata ribadita l’impossibilità di seguire il percorso iniziato un anno fa insieme agli altri consiglieri e al Presidente del comitato. Questo comunicato segue la riunione di ieri voluta dai dimissionari nel rispetto delle società laziali e dei loro rappresentanti a cui si doveva un confronto diretto e personale e non solo delle righe su un foglio di carta.

Durante l’incontro è stato ribadito che le dimissioni rappresentano un atto di denuncia all’impossibilità di lavorare in un comitato che dovrebbe essere libero, indipendente e propositivo al servizio del territorio, di tutte le società e di tutti gli appassionati e che viceversa viene delegittimato nelle proprie funzioni dal remissivo atteggiamento del Presidente.

Un organo collegiale di rappresentanza necessita prima di tutto di autonomia, dignità e libertà d’azione. Da quanto è emerso i Consiglieri sostengono di essere stati ridotti a meri spettatori da un metodo di lavoro scelto dal Presidente Luisi troppo spesso più attento alle direttive ricevute da altre sedi, probabilmente alla sua precedente carica di Vice Presidente Federale, che alle esigenze del proprio territorio.

I passaggi fondamentali della vita di un comitato come la proposta formativa delle categorie giovanili, la costituzione dello staff tecnico regionale, le iniziative di promozione del rugby sul territorio, le iniziative sociali naturalmente legate al nostro sport non sono stati oggetto di discussione in sede consiliare.

Altri punti critici sono – a quanto si è appreso – la promozione del rugby seven, la tutela sanitaria dei tesserati, l’organizzazione delle attività di propaganda e l’impiantistica: gli ostacoli posti hanno sconfessato troppo spesso il lavoro dei Consiglieri con delega specifica.

Dall’incontro di martedì è emersa la voglia da parte dei club di ritrovarsi, costituire un tavolo di lavoro aperto a tutte le realtà, per la ricerca di un consiglio e del suo Presidente che garantisca operatività, indipendenza e discontinuità con il metodo attuato fino a ora, con lo scopo di creare un programma che risponda alle esigenze del territorio e dei club, vero motore del movimento rugbystico.