Il settore dell’audiovisivo è in crescita ma le sale soffrono

Anica mette a confronto istituzioni e rappresentanti del settore

MAR 29, 2022 -

Cinema Roma, 29 mar. (askanews) – “La fabbrica della immagini non si ferma” è il titolo dell’iniziativa organizzata dall’Anica a Roma per fare il punto sul lavoro delle industrie cineaudiovisive dopo la pandemia e sul futuro dell’intero comparto. Il settore dell’audiovisivo in questi due anni è in realtà cresciuto e si è trasformato: è aumentata la domanda e l’offerta di contenuti, film e serie, soprattutto grazie alle piattaforme streaming, e questo ha portato a una crescita dell’occupazione. Sono circa novemila le imprese del settore, che generano 65mila posti di lavoro e un fatturato di 13 miliardi di euro. Chi ha sofferto e soffre di più per le nuove modalità di fruizione dei film, sono naturalmente le sale cinematografiche: si calcola che il box office italiano passerà dai 670 milioni del 2019 ai 300 milioni a fine 2022. Sarà sempre più necessario, quindi, creare nelle sale eventi in grado di calamitare il pubblico, soprattutto le nuove generazioni, e allo stesso tempo far sì che le imprese italiane si espandano nei mercati internazionali. Al teatro Argentina il Presidente Anica Francesco Rutelli ha chiamato al confrontato rappresentanti della politica, delle istituzioni e dell’intero settore, per promuovere un dibattito tra tutti i componenti della filiera. La giornata di lavori è stata aperta da un messaggio del Presidente Draghi che ha sottolineato che “nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, l’industria del cinema e audiovisiva ha reagito con determinazione: nel 2020 sono stati prodotti 252 film, di 161 interamente italiani, e 105 opere audiovisive”, e ha ricordato che “il Governo sostiene l’industria e gli operatori del settore attraverso investimenti significativi, a partire dal Pnrr”. Al teatro Argentina sono intervenuti, fra gli altri, il ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha ricordato che i fondi per il cinema sono passati dai 150 milioni del 2014 a 750 milioni nel 2022. Il ministro ha sottolineato che questo “è un settore industriale trainante per il Paese”, che continuerà a crescere nei prossimi vent’anni. Per quanto riguarda le sale cinematografiche il ministro ha sottolineato che c’è bisogno di rinnovare l’offerta con servizi integrativi e ha ricordato che è stato appena approvato il decreto che prevede la finestra di 90 giorni prima del passaggio di un film italiano dalla sala alle piattaforme, che si vorrebbe estendere anche ai film non italiani. Il Presidente Anica Rutelli ha sottolineato: “Per noi il valore di queste industrie potrà continuare a crescere e a far progredire il Paese solo con un grande gioco di squadra”. Rutelli ha ribadito anche che “l’esperienza del cinema in sala rimarrà cruciale”. Per il Presidente Anica la pandemia e il ritorno alla guerra richiedono anche una nuova narrazione, e bisogna pensare alla crescita dell’ecosistema produttivo e creativo e quindi dei posti di lavoro, anche grazie a nuovi prodotti formativi. E’ necessario, secondo il Presidente Anica, migliorare anche l’efficacia della legge Franceschini sul cinema e rafforzare il contributo di questa filiera al “Soft power” del nostro Paese e dell’Europa. Al teatro Argentina sono intervenuti, fra gli altri, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’assessore alla cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali al Parlamento Europeo Antonio Tajani, la Presidente dell’Accademia del cinema italiano – David di Donatello Piera Detassis e il neopresidente della Festa del Cinema di Roma Gian Luca Farinelli. Videomessaggi sono stati inviati alla riunione indetta dall’Anica dal Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti e dal Commissario per l’Economia della Commissione europea Paolo Gentiloni. Zingaretti ha ricordato che il Lazio “è la prima regione europea per presenza, aiuti e sostegno all’industria cinematografica” e ha sottolineato: “Abbiamo bisogno di lavoro, che trasforma la genialità, la creatività, in una prospettiva di benessere e ridistribuzione della ricchezza, contro l’osceno aumento delle disuguaglianze sociali”.