“Storia di mia moglie” di Ildikò Enyedi al cinema dal 14 aprile

Con Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel, Sergio Rubini

MAR 11, 2022 -

Cinema Roma, 11 mar. (askanews) – “Un film sull’amore, la passione, l’avventura, sui mille colori della vita”, così la regista Ildikò Enyedi descrive il suo nuovo film “Storia di mia moglie”, presentato in concorso a Cannes 2021 e dal 14 aprile al cinema, grazie alla distribuzione theatrical di qualità a cura di Altre Storie. Dopo aver ricevuto la Camera d’Or a Cannes per “Il mio XX secolo” e l’Orso d’Oro a Berlino per “Corpo e anima”, film candidato al Premio Oscar miglior film straniero, la regista e sceneggiatrice Ildikò Enyedi con “Storia di mia moglie” racconta la complessità di una relazione di coppia, scrivendo un adattamento del romanzo omonimo di Milan Füst e scegliendo un cast straordinario: Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel, Sergio Rubini, Jasmine Trinca, tra gli altri. Il film, ambientato negli anni venti, è la storia di Jakob Störr e di sua moglie Lizzy. Störr è un instancabile capitano di mare, dedito al proprio lavoro e rispettato da tutti. Un giorno, mentre si trova in un bar con un amico, scommette con lui di sposare la prima donna che entrerà nella caffetteria. È così che Jacob conosce Lizzy, sua futura moglie. Una semplice scommessa, fatta quasi per gioco, cambierà per sempre la vita semplice e disciplinata del capitano Störr. Dai ponti di comando, si ritrova improvvisamente assieme a Lizzy in un bell’appartamento a Parigi, nonostante non sappia molto della sua misteriosa consorte. La nuova vita matrimoniale, però, si dimostra più complessa del previsto. La tranquillità del capitano Störr viene sconvolta dalla ricerca sempre più ossessiva di comprendere una donna sfuggevole, che non si fa dire da nessuno come vivere. Un film che racconta i diversi volti di una relazione, l’amore, la passione, il sottile gioco tra attrazione e respingimento, tra fiducia e dubbio, conducendo lo spettatore in un viaggio nelle emozioni più contrastanti dell’animo umano, in una ricerca di come vivere la propria vita. “È inutile aspettare che la vita sia in armonia con te, l’armonia della vita la devi accettare sennò la vita ti punisce” dice Lizzy a suo marito Jakob. “Per la prima volta ho scritto una sceneggiatura tratta da un romanzo – ha affermato la regista Ildikò Enyedi – con l’intenzione di servire i pensieri e la mente di uno scrittore che ammiro profondamente fin dalla mia adolescenza. Ma, di sicuro, posso farlo solo a modo mio. Milan Füst ci offre una storia: una bella trama ricca di colpi di scena, sorprese, un giro sulle montagne russe delle emozioni. Ci guida attraverso l’indagine emotiva di Jakob Störr con la suspense di un buon racconto poliziesco. Il mio intento primario è di raccontare bene questa storia. Voglio trascinare lo spettatore nelle profondità del mondo di Jakob Störr, l’affascinante capitano di vascello naufragato sulla terraferma…Il romanzo racconta di una storia d’amore appassionata ma l’essenza del libro è la ricerca di come vivere la nostra piccola, fragilissima vita. Bisogna accettare e apprezzare che la vita non si possa controllare. È più sfuggente, misteriosa”.