“La scelta di Maria”, su Rai1 docufilm su storia Milite Ignoto

Con Bergamasco e Bocci, 4 novembre a 100 anni dalla tumulazione

NOV 3, 2021 -

Tv Roma, 3 nov. (askanews) – “La scelta di Maria”, il docufilm che ripercorre la vicenda storica del Milite Ignoto, andrà in onda il 4 novembre in prima serata su Rai Uno, esattamente 100 anni dopo la tumulazione all’Altare della Patria. Nata da un’idea di Cesare Bocci (che interpreta Ministro della guerra Luigi Gasparotto) e diretta da Francesco Miccichè, “La scelta di Maria” ripercorre una vicenda a molti sconosciuta, utilizzando la fiction ma anche materiale di repertorio. Protagonisti oltre a Bocci sono una bravissima Sonia Bergamasco, nel ruolo della madre di un soldato morto e disperso, e Alessio Vassallo, nei panni del tenente Augusto Tognasso. Durante la presentazione del docufilm il direttore di Rai1 Stefano Coletta ha sottolineato: “Questa è una operazione da Servizio Pubblico perché racconta un pezzo della nostra identità, sia individuale che del Paese”. Il racconto prende il via nel “biennio rosso” successivo alla Prima Guerra Mondiale, in un’Italia in piena crisi economica, con profonde divisioni politiche e sociali. Il ministro della guerra istituì allora due commissioni che lavoravano tra Gorizia e Aquileia: una aveva il compito di cercare undici salme di soldati non riconoscibili nei luoghi in cui erano avvenute le battaglie più cruente, l’altra doveva scegliere una madre che aveva perso un figlio in guerra. Questa donna avrebbe dovuto indicare una delle undici salme trovate dalla prima commissione per farne un simbolo di tutti i caduti in guerra mai identificati, il Milite Ignoto. Questa “madre d’Italia” fu Maria Bergamas, una contadina interpretata da Bergamasco, che il 28 ottobre 1921 nella cattedrale di Aquileia si inginocchiò davanti alla decima bara, decretando il Milite Ignoto. Da lì partì poi il viaggio in treno che trasportava la salma a Roma, durato quattro giorni, con 120 tappe. In ognuna di queste tappe c’era una folla che si inchinava, pregava e salutava. Sonia Bergamasco ha spiegato: “Girare in quei luoghi e vedere la partecipazione emotiva delle persone è stata fondamentale: c’era un sentire comune che ha dato valore a ciò che stavamo facendo”.