Arriva “Cuori”, medical anni ’60 tra cardiochirurgia e sentimenti

Su Rai1 con Daniele Pecci, Matteo Martari e Pilar Fogliati

OTT 12, 2021 -

Tv Roma, 12 ott. (askanews) – Roma, 12 ott. (askanews) – Da domenica 17 ottobre in prima serata su Rai1 arriva “Cuori” di Riccardo Donna, un medical drama ambientato negli anni ’60 e in cui le questioni mediche si intrecciano con i sentimenti. La serie vuole raccontare grandi personaggi, i pionieri della cardiochirurgia, e l’importante ruolo svolto dall’Italia con le “Molinette” di Torino. E’ ispirata a figure come Angelo Actis Dato che depositò uno dei primi brevetti al mondo di cuore artificiale. La serie è stata realizzata prevalentemente nei teatri Lumiq a Torino. Su una superficie di 2000 metri quadrati sono stati ricostruiti tutti gli ambienti delle “Molinette”, un grande sforzo costruttivo, valorizzato dalla selezione di arredamenti e di strumenti medici originali dell’epoca. “Cuori” è ambientata nel ’67. Cesare Corvara (Daniele Pecci) è il primario del reparto di Cardiochirurgia de “Le Molinette” e ha un grande sogno: essere alla guida dell’equipe che realizzerà il primo trapianto di cuore della storia. Per farlo ha deciso di riportare in Italia il più brillante cardiochirurgo che lui abbia mai incontrato, Alberto Ferraris (Matteo Martari), il suo pupillo, e di richiamare dall’America un cardiologo speciale, Delia Brunello (Pilar Fogliati), sicuro che saprà vincere le resistenze di un ambiente maschilista come quello medico. Ma non sa che tra i due c’è un passato insieme difficile da superare. Attorno a loro ci sono l’ospedale, i pazienti, gli altri medici, e tante storie. Filo conduttore è che tutti, alle “Molinette”, prima o poi, devono fare i conti con il proprio cuore. “All’ombra della più grande vittoria della medicina moderna, il trapianto di cuore, abbiamo ricostruito un mondo che non solo ci regala l’atmosfera dei favolosi sixties, ma che ci riporta nel luogo dove si è fatta la storia, con l’invenzione preziosa del cuore artificiale – ha detto Riccardo Donna – lo abbiamo fatto con serietà documentaristica, ma soprattutto con la fantasia necessaria a un bel sogno. Il risultato è un grande ospedale italiano operativo nel 1967, con lunghi corridoi, ampie vetrate, corsie, studi medici, sale operatorie, scale, ascensori, terrazze e parcheggi. Un luogo popolato da suore cappellone, medici, infermiere, portantini e pazienti di ogni ceto sociale. Tutti sono raccontati con quel tocco in più che fa l’originalità della nostra serie… Ma Cuori non è soltanto questo, è molto di più. Esattamente come il cuore che non è semplicemente il muscolo cardiaco, ma il centro pulsante del nostro essere. In questa serie direi che il cuore è il cassetto segreto delle passioni dei nostri protagonisti. L’amore, l’odio e la voglia di primeggiare spingono il racconto tra disperazione e felicità. Perché per quanto questo sia un medical, un “period” come dicono adesso, Cuori è soprattutto una storia di sentimenti”.