Al via il progetto di WeWorld con il sostegno tecnico di Cotonella

Salute, educazione, empowerment

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Roma, 26 mag. – “Quando le donne hanno il ciclo non possono cucinare, lavare abiti o coltivare la terra perché sono considerate sporche e si pensa possano trasmettere malattie”. A parlare – in occasione della Giornata dell’igiene mestruale del 28 maggio – è Tiziana Rossetti, rappresentante del paese in Nicaragua per WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi del mondo. Oggi, milioni di donne e ragazze in tutto il mondo sono stigmatizzate, escluse e discriminate semplicemente perché hanno le mestruazioni. Anche in Nicaragua, uno dei paesi più poveri del mondo e il secondo in America Centrale (dopo Haiti), il ciclo rappresenta un tabù, limitando di fatto le possibilità di donne e ragazze di partecipare pienamente alle attività delle comunità in cui vivono. A peggiorare una situazione già complessa la mancanza di infrastrutture e prodotti igienici a prezzi accessibili per le donne. È per questo che, all’interno del progetto #WithHer, grazie a finanziamenti di donatori privati, della Comunità Europea e grazie al sostegno tecnico di Cotonella, WeWorld ha aperto un Atelier per la produzione di slip mestruali: un laboratorio sartoriale per produrre un capo d’abbigliamento ancora oggi considerato di “lusso”, da lavare senza vergogna. Con merletti, tessuti fluo e animalier, gli slip saranno comodi, pratici ma soprattutto belli per le donne, che potranno portarli finalmente con orgoglio. “In Nicaragua l’uso di abbigliamento intimo non è molto comune e spesso – continua Rossetti – le donne che incontriamo non possono permettersi degli assorbenti perché molto costosi. Le donne usano quindi delle pezze realizzate da vecchi abiti. Una volta usate, molte le lavano all’interno delle case senza stenderle al sole perché si vergognano. Talvolta vengono lavate con troppo cloro o con acqua sporca. Le pezze, non adeguatamente pulite, causano spesso irritazioni ed infezioni”. La gestione del ciclo mestruale è però anche una questione che impatta sull’educazione. “In Nicaragua – continua – le bambine molto spesso non vanno a scuola perché vengono prese in giro e hanno paura di sporcarsi a causa della mancanza di infrastrutture: servizi igienici e accesso all’acqua inadeguati, insieme alla mancanza di prodotti per l’igiene intima, rendono le mestruazioni davvero difficili da gestire fuori casa”. Il risultato è che le ragazze e le bambine spesso non vanno a scuola durante il ciclo perché non hanno la possibilità di affrontarlo in sicurezza. In media, nel mondo, le ragazze perdono fra il 10 e il 20% delle lezioni a causa del ciclo: assenze che, in alcuni casi, si trasformano in abbandono scolastico. Nel mondo 1 persona su 3 non ha accesso ad un bagno, né privato né pubblico. Dove i bagni esistono, non sono adatti alle esigenze delle donne e delle ragazze. Ecco perché WeWorld sta promuovendo un approccio di WASH (water, sanitation and hygiene) nelle scuole con un focus intersezionale di genere: i benefici legati ad una buona igiene mestruale (disponibilità di materiali di protezione sanitaria, bagni puliti e sicuri, con possibilità di chiusura interna per cambiarsi, personale scolastico comprensivo e protettivo, informazioni corrette sull’igiene mestruale) portano ad una maggiore partecipazione e autostima e possono avere davvero un impatto positivo sulla frequenza scolastica da parte delle studentesse. L’impatto inoltre è positivo non solo per le ragazze ma anche per le insegnanti: in Nicaragua, infatti, la mancanza di bagni, servizi igienici e acqua pulita spesso comporta la decisione di queste ultime di rimanere a casa durante il ciclo mestruale. “Per la mia famiglia spendere 20 pesos per un assorbente era troppo, non potevamo permettercelo. Così ho iniziato a tagliare con il machete vecchi vestiti, li lavavo al fiume e li conservavo per usarli”, racconta Angelica, incontrata nel nuovo Atelier di WeWorld. “Ho avuto il mio primo ciclo poco dopo aver compiuto 15 anni. La mia famiglia non mi aveva mai parlato delle mestruazioni. La prima a cui l’ho detto è stata mia sorella che mi ha dato un panno da indossare. A mia figlia di 13 anni è venuto il ciclo lo scorso anno. So cosa significhi la vergogna e dato che ci sono passata le compro gli assorbenti”. “Il ciclo è una cosa naturale, le bambine non devono preoccuparsi e bisogna insegnare loro come proteggersi, come prendersi cura di sé stesse e come pulirsi – le fa eco Vittoria – Non ero a conoscenza delle mutande-assorbente ma penso che possano far sentire le donne a loro agio, togliendo loro la paura di incidenti. Queste nuove mutande possono aiutare molte donne a sentirsi più comode”. “Siamo molto orgogliosi di questa nuova attività. Le donne si sentono, e sono, parte integrante del progetto che coinvolgerà circa 240 donne vittime di violenza in un percorso di empowerment, per la realizzazione di un prodotto che sensibilizza sul tema dell’igiene mestruale e che rende più sicura la loro salute, anche in ottica ambientalista – conclude Rossetti –  Il primo obiettivo dell’Atelier è quello di fornire alle donne ospitate nelle case rifugio un percorso che le consenta, grazie alle competenze acquisite, di prendersi più cura di sé e dei propri figli attraverso una maggiore consapevolezza dei diritti di genere e dell’igiene mestruale, riutilizzare le competenze per una propria indipendenza economica e coinvolgere il resto delle comunità per un cambiamento culturale”. “Cotonella è un’azienda estremamente legata al suo territorio e alle persone che lo vivono. Così, quando una volontaria di WeWorld che vive nella zona – siamo in Alta Valle Camonica – ci ha contattato per chiederci di dare supporto all’associazione per la quale lavora, abbiamo subito dato la nostra disponibilità, attivandoci in modo concreto, come piace a noi persone di montagna.” – racconta Marco Zannier, Amministratore Delegato di Cotonella S.p.A. “La nostra azienda produce mutande da 50 anni, seguiamo noi tutta la filiera, dalle materie prime fino al capo finito, dal design alla progettazione del carta-modello, per cui possiamo affermare di avere un certo know how in materia. Quando Anna ci ha raccontato il progetto e le necessità di WeWolrd ci è sembrato naturale dare una mano e oggi ne andiamo davvero orgogliosi.” “Il nostro contributo per il progetto di WeWorld è stato soprattutto tecnico-pratico” – racconta Sabrina Comensoli, responsabile del laboratorio prototipi di Cotonella. “Abbiamo fornito campioni di tessuto, prototipi di slip mestruali già da noi progettati, cartamodelli per le varie taglie. Abbiamo poi realizzato video di metodo per insegnare alle ragazze in Nicaragua a tagliare i metri di tessuto senza sprecare preziosi centimetri di stoffa, a cucire i prodotti al meglio, a perfezionare l’assemblamento del tassello igienico funzionale di ogni slip. Abbiamo persino studiato con loro soluzioni alternative e più economiche al costoso poliuretano con cui sono realizzati questi prodotti in Occidente.”