Sedici Modi Di Dire Ciao unisce l’Italia

Cinque Regioni e duemila ragazzi coinvolti

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Roma, 20 dic. – “Giffoni, ancora una volta, fa squadra per dimostrare che i giovani sono componenti a pieno titolo delle nostre società e potenti agenti per il cambiamento“. Commenta così il direttore Claudio Gubitosi il primo anno di attività di Sedici Modi di Dire Ciao, progetto ideato e realizzato dall’Ente Autonomo Giffoni Experience, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile” e interamente partecipato da Fondazione con il Sud. “Con questo progetto vogliamo dimostrare che la povertà educativa è un fenomeno che deve interessare tutti – continua Gubitosi –  non solo il mondo dell’istruzione e la famiglia, ma l’intera comunità educante. Abbiamo una responsabilità: garantire il futuro ai nostri ragazzi perché il mondo non può permettersi una generazione perduta. Il rischio c’è e dobbiamo sventarlo con tutte le nostre forze”. Con cinque Regioni coinvolte (Campania, Calabria, Sardegna, Veneto e Basilicata), sono circa 2000 ragazzi protagonisti del progetto che, nel corso di questo anno hanno avuto modo di partecipare, nonostante tutte le limitazioni legate alla pandemia e allo stato di emergenza, a tre Campus Andata – Ritorno svolti in presenza a Terranova di Pollino, Giffoni Valle Piana e, l’ultimo in ordine di tempo, a Eboli. Sedici Modi di Dire Ciao si fregia di un partenariato ampio e articolato, composto da oltre 30 interlocutori, tra nazionali e locali, e si arricchisce nel tempo grazie alla sottoscrizione di nuovi protocolli d’intesa: dieci sono quelli sinora siglati. A corredo di un confronto che è sempre molto partecipato e costruttivo, una tavola rotonda con la comunità educante con l’obiettivo di mettere a fuoco sempre meglio azioni, idee, interventi. Il metodo finora è stato di grande efficacia e l’approccio multidisciplinare molto apprezzato dai ragazzi in particolare. “Abbiamo – continua il direttore di Giffoni – perciò pensato di costruire una rete diffusa sul territorio, che si ponesse l’obiettivo di contrastare il fenomeno della povertà educativa sotto tutti gli aspetti e con il coinvolgimento di tutte le agenzie di socializzazione che hanno un ruolo nel processo di crescita dei bambini e dei ragazzi. Il fenomeno dell’impoverimento educativo è fortemente connesso al mancato protagonismo dei ragazzi, che devono essere valorizzati sempre di più per le qualità umane che sanno esprimere. Questa generazione è dannatamente complicata: i nostri giovani sono iperconnessi ma sono spesso soli. È il paradosso di questi tempi. In un attimo possono collegarsi con il mondo intero ma spesso per il mondo sembrano non esistere. Ecco perché è giusto, è doveroso, è essenziale che Giffoni dia voce alle loro fragilità”. E continua: “La vera rivoluzione sarà rendere finalmente visibili questi ragazzi. Sedici Modi di Dire Ciao va proprio in questa direzione. Sentiamo forte la responsabilità di aiutarli a far emergere l’esigenza di esserci, esprimersi e diventare padroni dei loro sogni, del proprio futuro. Stimolando il protagonismo, comprenderanno da soli l’importanza del sapere, il bello della conoscenza, la forza delle idee. Giffoni, insieme a Con i Bambini e alla Fondazione Con il Sud, non può non esserci dentro questi processi e lungo questi percorsi. La collaborazione è, perciò, feconda, costruttiva e di grande utilità sociale”. “Stiamo ancora attraversando una crisi iniziata con la pandemia quasi due anni fa. E tutte le crisi colpiscono prima di tutto i bambini e le bambine: già prima del Covid erano circa 3 milioni e mezzo i minori in povertà nel nostro Paese e sono aumentati, noi non possiamo lasciare indietro un terzo del nostro futuro” sottolinea Marco Rossi-Doria, presidente di Con I Bambini. “Le diseguaglianze sono cresciute, occorre raggiungere tutti e ciascuno affrontando ‘insieme’ il fenomeno della povertà educativa, rafforzando le alleanze educative e il ruolo delle comunità educanti. Attraverso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile abbiamo avviato oltre 400 grandi ‘cantieri educativi’ in tutto il Paese, insieme a più di 7.150 organizzazioni tra Terzo settore, scuole, istituzioni pubbliche e private, raggiungendo mezzo milione di bambini/e, ragazzi/e. Dobbiamo ridare centralità alle loro esigenze, renderli realmente parte attiva di un processo di cambiamento quanto mai oggi necessario e possibile e, dunque, renderli sempre più visibili. I ragazzi e le ragazze, insieme alle famiglie, al mondo della scuola e alle agenzie civiche, alle istituzioni pubbliche e private, sono parte della nostra comunità educante anzi – conclude Rossi-Doria – rappresentano la parte più preziosa e per questo da valorizzare maggiormente.”