Spazio, Roussel (ArianeGroup): serve famiglia europea spaziale

Solo così potremo essere competitivi e preservare autonomia

NOV 17, 2022 -

Les Mureaux (Parigi), 17 nov. (askanews) – Ripete come un mantra che occorre creare una “famiglia europea spaziale”. André Hubert Roussel è il Ceo di ArianeGroup, capo commessa di sistemi di lancio spaziali civili e militari, e attualmente impegnata nella progettazione, produzione, integrazione e preparazione al volo dei lanciatori europei Ariane 6, la nuova ammiraglia spaziale europea. “Sono sempre più convinto che, come europei, dobbiamo condividere la tecnologia – afferma Roussel in un incontro con alcuni giornalisti nella sede di ArianeGroup a Les Mureaux, in Francia -. Solo con la cooperazione europea potremo avere progetti futuri importanti e giocare un ruolo decisivo nello scacchiere mondiale. Singolarmente non si va da nessuna parte. Credo sia sempre più necessario creare una famiglia spaziale europea: utilizziamo la stessa tecnologia, condividiamo, cooperiamo. Sono queste le chiavi del futuro”, prosegue. “Se sommiamo il valore di tutti i programmi spaziali europei, arriviamo a una cifra cinque volte inferiore a quanto gli Stati Uniti dedicano allo spazio. Bene la pluralità in fase di raccolta delle idee – insiste – ma quando si deve fare, meglio concentrare le risorse sui progetti di cooperazione”. Una cooperazione che si rende ancor più necessaria dopo l’isolamento della Russia, conseguente all’invasione dell’Ucraina. “La guerra ha avuto come conseguenza il ritiro del lanciatore Soyuz da parte dell’agenzia spaziale russa. L’uscita di scena, per l’Europa, di questo lanciatore è quindi avvenuta in anticipo rispetto a quanto avevamo già deciso nel 2014. La nostra controllata Arianespace – aggiunge Roussel – ha lavorato con i clienti per riallocare i carichi su altri lanciatori e così i satelliti di OneWeb saranno lanciati parte da SpaceX e parte con lanciatori indiani, mentre per i lanci istituzionali ESA ha individuato Vega C e altri lanciatori non europei”. Nessuna dipendenza, a livello di componentistica, dalla Russia, “né per Ariane 5 né per Ariane 6”. “Anche noi vediamo l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime – sottolinea il Ceo di ArianeGroup – anche se fortunatamente già cinque anni fa abbiamo avviato progetti di riqualificazione energetica basati sul fotovoltaico che ci garantiscono maggiori sostenibilità e autonomia”. Obiettivi futuri: emissioni zero, green, riutilizzo dei lanciatori, posizionamento nello spazio. “A Kourou ci stiamo preparando per la produzione dell’idrogeno verde (idrogeno prodotto da fonti di energia rinnovabile, ndr). E guardiamo anche all’utilizzo del biometano per arrivare ad emissioni zero”. “Con le costellazioni assisteremo a una cadenza di lancio annuale più elevata – prosegue – tra 10-20 lanci per anno. Questo renderà conveniente il riutilizzo di lanciatori”. Ma dopo la “guerra” economica e politica, potrà esserci anche una guerra spaziale? “Esiste già – risponde -. Lo spazio, l’orbita, è un’area di competizione. Quindici anni fa sviluppammo Geotracker, un programma per monitorare ciò che accade nello spazio. Un altro progetto a cui lavoriamo è Sauron, che consentirà di cambiare il modo con cui osserviamo lo spazio, ricorrendo al monitoraggio laser. ArianeGroup è nelle perfette condizioni di giocare un ruolo di primo piano”. (di Serena Sartini)