Fisica, dieci anni fa al Cern la scoperta del bosone di Higgs

Domani al via terza presa dati del Large Hadron Collider (LHC)

LUG 4, 2022 -

Fisica Roma, 4 lug. (askanews) – Era il 4 luglio 2012 quando le collaborazioni internazionali degli esperimenti ATLAS e CMS all’acceleratore LHC Large Hadron Collider del CERN annunciavano in diretta mondiale la scoperta di una nuova particella, con caratteristiche coerenti a quelle del bosone di Higgs previsto dalla teoria del Modello Standard della fisica delle particelle. Una scoperta che ha scritto un nuovo capitolo dei libri di fisica e della storia della scienza, e che l’anno successivo è valsa il Premio Nobel per la Fisica ai teorici Peter Higgs e François Englert che, insieme al compianto Robert Brout, ne avevano previsto l’esistenza nel 1964. La loro geniale intuizione – osserva l’INFN – ha richiesto quasi cinquant’anni e la realizzazione del più grande e potente complesso di macchine mai realizzato per essere confermata. “La scoperta del bosone di Higgs è stata una pietra miliare nella fisica delle particelle. Ha segnato la conclusione di un lungo viaggio di esplorazione e l’inizio di una nuova era di studi di questa particella molto speciale”, commenta Fabiola Gianotti, Direttore Generale del CERN e capo progetto dell’esperimento ATLAS al momento della scoperta. “Ricordo con emozione – prosegue Gianotti – il giorno dell’annuncio, un giorno di immensa gioia per la comunità mondiale della fisica delle particelle, e per tutte le persone che hanno lavorato instancabilmente per decenni per rendere possibile questa scoperta”. Un’impresa scientifica colossale resa possibile dalla visione, dalla determinazione e dall’impegno di decine di Paesi, centinaia di Istituzioni scientifiche e migliaia di persone di tutto il mondo, e nell’ambito della quale l’Italia ha svolto sempre un ruolo fondamentale, grazie al coordinamento dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e al lavoro della sua grande comunità. “La scoperta del bosone di Higgs è stata per tutti noi il coronamento di un sogno, che ha trovato la sua realizzazione nella più complessa impresa scientifica e tecnologica mai portata a compimento dalla comunità della fisica delle particelle, testimonianza di come il rigore del metodo scientifico possa permettere a una geniale idea della mente umana di trovare riscontro nella solidità dei dati sperimentali”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “Un successo cui ognuno ha portato il suo piccolo grande contributo: studenti e dottorandi, ricercatori, tecnici e tecnologi, amministrativi, ognuno ha fatto la sua parte, tutti orgogliosi di rendere l’Italia protagonista di questa impresa”. “Un’impresa – prosegue Zoccoli – che è emblematica di ciò che significa fare ‘grande scienza’: capacità di strategia e visione a lungo termine, progettualità oltre lo stato dell’arte, collaborazione e partecipazione globali, capacità di coordinamento e di gestione in contesti complessi, sinergia tra mondo della ricerca e mondo industriale, produzione di nuove conoscenze e innovazione tecnologica. Tutto questo è la ricerca di base, una delle più affascinanti e arricchenti attività umane”, conclude Zoccoli. “Il successo della ricerca del bosone di Higgs all’acceleratore LHC del CERN è prova della validità della strategia delle grandi collaborazioni internazionali della fisica delle particelle, quando si devono esplorare fenomeni fisici di grande complessità, alla frontiera della conoscenza”, sottolineano Stefano Giagu e Lucia Silvestris, responsabili nazionali INFN rispettivamente delle collaborazioni ATLAS e CMS. “In questo lungo e complesso processo, il contributo italiano è stato cruciale in ogni fase e in ogni settore: dall’ideazione alla progettazione delle macchine, alla loro realizzazione e messa a punto, dallo sviluppo e implementazione dei sistemi di acquisizione dei dati in tempo reale, alla gestione computazionale e all’analisi dei dati stessi. Tutti aspetti essenziali, senza i quali non sarebbe stato possibile scoprire una nuova particella”. Tutti i risultati ottenuti finora sono coerenti con il Modello Standard, ma c’è ancora molto spazio per nuovi fenomeni al di là di quanto previsto da questa teoria e il bosone di Higgs stesso potrebbe dare indicazione di nuovi fenomeni: ATLAS e CMS stanno eseguendo molte ricerche per sondare tutte le possibili forme di processi non previsti che potrebbero coinvolgere il bosone di Higgs e il loro lavoro proseguirà durante il Run3 di LHC che inizierà domani, 5 luglio, con le prime collisioni ad alta energia, a 13,6 trilioni di elettronvolt (TeV). Alla ripartenza del programma di fisica del più potente acceleratore di sempre e dei suoi esperimenti ATLAS, CMS, ALICE, LHCb, LHCf, MoEDAL, FASER, SND@LHC sarà dedicata una diretta dal CERN che sarà possibile seguire dalle 16.00 alle 18.00 anche sul canale Youtube dell’INFN. I più recenti lavori nel settore dell’Higgs e negli altri settori di punta della fisica delle alte energie ma anche di altri ambiti della fisica fondamentale saranno presentati e discussi ad ICHEP, la principale conferenza internazionale di fisica delle particelle che sarà ospitata per la prima volta in Italia, a Bologna, a partire dal prossimo 6 luglio. La 41° edizione di ICHEP è organizzata dalle Sezioni INFN di Bologna e Ferrara con le Università locali e vedrà la partecipazione di centinaia di fisici da decine di Paesi, che trasformeranno, fino al 13 luglio, il capoluogo dell’Emilia-Romagna nella capitale mondiale della fisica.