ConnAction: Con la telemedicina più facile secondo parere medico

Confronto tra professionisti più veloce, integrato, smart e sicuro

NOV 25, 2021 -

Sanità Roma, 25 nov. (askanews) – Grazie alla telemedicina, a cui la situazione emergenziale di pandemia COVID ha dato un grosso impulso, in alcune strutture sanitarie possiamo trovare già “sul campo” dispositivi di networking, non solo tra medico e paziente, ma anche tra professionisti. Questi sono dispositivi veloci, integrati ed affidabili anche sotto l’aspetto della sicurezza e della privacy, adatti per moltissime attività del campo medico, tali dispositivi, offrono come “ricaduta” migliori risultati per la salute delle persone. Uno fra tutti, il teleconsulto o “second opinion”. L’approccio multidisciplinare alla cura, si legge in una nota, è alla base del concetto di “second opinion” che può offrire il miglior percorso di cura condividendo con più professionisti i dati del paziente e decentrando l’assistenza. Senza tralasciare i vantaggi e migliorie per i clinici e le strutture sanitarie in termini di tempo e di organizzazione. “Ogni giorno abbiamo la conferma della necessità di integrare la medicina tradizionale e quella digitale. Solo così, infatti, potremo offrire alle persone nuove terapie e facilitare un approccio multidisciplinare alla scienza medica. Grazie alla medicina digitale, infatti, stanno nascendo nuovi modi di comunicare non solo tra medico e paziente, ma anche tra medici e questo è un volano fondamentale sia per la ricerca che per la cura”. È da questa considerazione di Paivi Kerkola, AD di Pfizer Italia, che ha preso il via il terzo appuntamento ConnAction del 24 novembre, evento dedicato a ‘Tecnologie digitali per multidisciplinarietà e networking fra professionisti della salute”, un programma di eventi virtuali dedicati alla Medicina Digitale promosso da Pfizer Healthcare Hub e organizzato da Healthware Group. Ha aperto il confronto tra esperti Massimo Di Maio, AO Ordine Mauriziano, Torino Dipartimento di Oncologia Università di Torino e Segretario Nazionale di AIOM, citatando un documento che fa riferimento al decalogo AIOM (1) sulle raccomandazioni all’oncologo che ha in cura il paziente, il quale, potenzialmente, può voler richiedere una “second opinion” e le raccomandazioni per i professionisti che si trovano chiamati ad esprimere una “second opinion”. “Siate aperti alla seconda opinione, riferisce l’esperto, è un diritto del paziente, ma è anche diritto del medico condividere la situazione clinica al fine di iniziare il miglior percorso di cura”. Con il teleconsulto, condividere i dati del paziente diventa più facile e veloce. Di un nuovo modello di cura che si avvale dell’utilizzo del teleconsulto ne ha parlato Luca Balzarini, Humanitas Research Hospital and Humanitas University, Chief of Department of Diagnostic Imaging. L’esperto ha illustrato come può strutturarsi un approccio multidisciplinare nell’ambito radiologico. Balzarini ha esposto anche l’esperienza innovativa di teleconsulto nella Clinica Humanitas e nella Clinica Pio X di Milano, con Vodafone, per la trasmissione in tempo reale di immagini e di dati clinici del paziente da una clinica all’altra, grazie all’utilizzo della banda larga (5G). “Non si muove il Clinico, ma si muovono le immagini”.