Enea: parte nuova stagione della Stazione Concordia in Antartide

Tra le operazioni più innovative le grotte ghiacciate

NOV 20, 2021 -

Antartide Milano, 20 nov. (askanews) – È iniziata la nuova campagna estiva alla stazione italo-francese di Concordia con l’arrivo del primo personale tecnico sul plateau antartico, a oltre 3mila metri di altezza, nell’ambito della spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR), gestito dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) per la programmazione e il coordinamento scientifico. Nell’arco della campagna estiva, che terminerà a inizio febbraio 2022, si avvicenderanno complessivamente circa 90 tra ricercatori e tecnici. Attualmente a Concordia sono presenti 54 persone: 13 nuovi invernanti (winter over DC18) che rimarranno fino a novembre 2022 per proseguire le attività durante l’inverno polare, 12 winter over uscenti della spedizione DC17 che per 9 mesi hanno vissuto in completo isolamento, 5 ricercatori, 2 militari meccanici e 22 tecnici logistici, che resteranno in base fino a febbraio 2022 insieme al restante personale in arrivo nei prossimi giorni. Sotto la guida del capo spedizione Rocco Ascione dell’ENEA, sono riprese a pieno ritmo le attività scientifiche e logistiche che quest’anno riguarderanno 39 progetti di ricerca su temi legati all’astronomia, astrofisica, sismologia, fisica dell’atmosfera, climatologia, biologia e medicina, di cui 19 afferenti al PNRA, che gestisce la base in collaborazione con l’Istituto Polare Francese (IPEV). Tra le operazioni più innovative di questa stagione rientrano le snow cave, “grotte ghiacciate” realizzate a supporto dei progetti di ricerca internazionale “Beyond Epica” e “Ice Memory (IM)” . Quest’ultimo, lanciato da Francia e Italia nel 2015 e patrocinato dall’UNESCO, ha il duplice obiettivo di raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo, che potrebbero scomparire o ridursi drasticamente a causa del riscaldamento globale, perdendo così la loro capacità di preservare la storia climatica. “Abbiamo mutuato dagli Inuit i sistemi costruttivi degli iglù per creare ambienti protetti nel ghiaccio dall’elevata stabilità strutturale, con basso costo di realizzazione e ridottissimo impatto ambientale”, commenta lo station leader Rocco Ascione. “Queste snow cave – aggiunge – saranno in grado di ospitare un archivio mondiale di tutti i ghiacciai ancora presenti sul pianeta ma a rischio estinzione”.