ESO: immagine 3D di Kleopatra, asteroide a forma di osso per cani

Realizzata utilizzando il Very Large Telescope

SET 10, 2021 -

Astronomia Roma, 10 set. (askanews) – Utilizzando il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (l’Osservatorio Europeo Australe), un gruppo di astronomi ha ottenuto le immagini finora più nitide e dettagliate dell’asteroide Kleopatra. Le osservazioni hanno permesso di definire la forma 3D e la massa di questo particolare asteroide, che assomiglia a un osso per cani, con una precisione mai vista prima. La ricerca fornisce indizi su come si sono formati questo asteroide e le due lune che orbitano intorno a esso. “Kleopatra è un corpo davvero unico nel Sistema Solare”, afferma Franck Marchis, astronomo del SETI Institute di Mountain View, USA e del Laboratoire d’Astrophysique de Marseille, Francia, che ha condotto uno studio sull’asteroide – che ha almeno due lune e una forma insolita – pubblicato su Astronomy & Astrophysics. “La scienza fa molti progressi grazie allo studio di strani oggetti anomali. Penso che Kleopatra sia uno di questi e che la comprensione di questo complesso sistema asteroidale multiplo possa aiutarci a saperne di più sul Sistema Solare”. Kleopatra – informa l’ESO – orbita intorno al Sole nella fascia degli asteroidi, tra Marte e Giove. Gli astronomi lo hanno definito un “asteroide a forma di osso per i cani” da quando le osservazioni radar di circa 20 anni fa hanno rivelato che ha due lobi collegati da uno spesso “collo”. Nel 2008, Marchis e i suoi colleghi hanno scoperto che intorno a Kleopatra orbitano due lune. Per conoscere meglio Kleopatra, Marchis e il suo gruppo di lavoro hanno utilizzato istantanee dell’asteroide scattate in momenti diversi tra il 2017 e il 2019 con lo strumento SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch) installato sul VLT dell’ESO. Poiché l’asteroide ruota, si può osservarlo da diverse angolazioni e di conseguenza produrre i modelli 3D della sua forma più accurati fino a oggi. Gli scienziati hanno definito la forma a osso per cani dell’asteroide e il suo volume, trovando che uno dei lobi è più grande dell’altro, e hanno determinato che la lunghezza dell’asteroide è di circa 270 chilometri, equivalenti a circa la metà della lunghezza del Canale della Manica. In un secondo studio, anch’esso pubblicato su Astronomy & Astrophysics e condotto da Miroslav Brož dell’Università Carlo di Praga, Repubblica Ceca, il gruppo ha descritto l’uso delle osservazioni di SPHERE per trovare le orbite corrette delle due lune di Kleopatra. Studi precedenti avevano stimato le orbite, ma le nuove osservazioni con il VLT dell’ESO hanno mostrato che le lune non si trovavano dove i vecchi dati avevano previsto che fossero. “Questa incongruenza doveva essere risolta”, racconta Brož. “perché se le orbite delle lune erano sbagliate, tutto era sbagliato, inclusa la massa di Cleopatra.” Hanno quindi calcolato la massa dell’asteroide, trovandola inferiore del 35% rispetto alle stime precedenti. Combinando le nuove stime di volume e massa, gli astronomi hanno quindi calcolato un nuovo valore di densità dell’asteroide, che, pari a meno della metà della densità del ferro, si è rivelata inferiore a quanto si pensasse in precedenza. La bassa densità di Cleopatra, che si ritiene abbia una composizione metallica, suggerisce che abbia una struttura porosa e potrebbe essere poco più di un “cumulo di pietrisco”. Ciò significa che probabilmente si è formato da materiale che si è riaccumulato a seguito di un impatto gigantesco. Le nuove immagini di Kleopatra e le intuizioni che forniscono sono possibili solo grazie a uno dei sistemi avanzati di ottica adattiva in uso sul VLT dell’ESO, che si trova nel deserto di Atacama in Cile. L’ottica adattiva aiuta a correggere le distorsioni causate dall’atmosfera terrestre che fanno apparire sfocati gli oggetti, lo stesso effetto che fa scintillare le stelle viste dalla Terra. Grazie a tali correzioni, SPHERE è stato in grado di visualizzare Kleopatra – che si trova a 200 milioni di chilometri dalla Terra nel punto più vicino dell’orbita – anche se la sua dimensione apparente nel cielo è equivalente a quella di una pallina da golf a circa 40 chilometri di distanza. Il futuro ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, con i suoi avanzati sistemi di ottica adattiva, sarà l’ideale per produrre immagini di asteroidi distanti come Kleopatra.