Spazio, Tumino (Esa): a inizio 2022 il volo inaugurale di Vega C

Porterà in orbita lo Space Rider che debutterà nel 2023

GIU 21, 2021 -

Spazio Roma, 21 giu. (askanews) – Entro il primo trimestre del 2022 assisteremo al volo inaugurale di Vega C (Consolidation), il lanciatore europeo, progettato, sviluppato e costruito dall’industria europea guidata da Avio, evoluzione del Vega – che ad oggi ha portato a termine con successo 16 missioni su 18 – e che, insieme ad Ariane 6, rappresenta la nuova generazione di vettori dell’Agenzia Spaziale Europea. A confermare ad askanews la data del debutto di Vega C, inizialmente previsto per quest’anno, è Giorgio Tumino – Chief Technical Advisor per il Trasporto Spaziale dell’Agenzia spaziale europea, Space Rider Programme Manager e Vega C Programme Manager dal 2015 fino allo scorso aprile – che ricorda anche i punti di forza della nuova versione del lanciatore europeo a guida italiana. “Vega C ha una capacità di carico utile del 60% maggiore in termini di massa, passando da 1.5 tonnellate di Vega a 2.3 tonnellate di Vega C nell’orbita polare di riferimento a 700 KM, accoppiata ad un maggiore volume all’interno dell’ogiva per lanciare satelliti più voluminosi”, spiega Tumino ad askanews. Inoltre Vega C “ha una maggiore flessibilità in termini di missione, con avionica avanzata, e di servizi associati fruibili dai clienti, come ad esempio la versione SSMS concepita per Vega C il cui concetto è stato testato con Vega lo scorso anno”. “É proprio con Vega C – sottolinea Tumino – che il servizio SSMS raggiunge il suo massimo sfruttamento, beneficiando delle prestazioni e dei volumi maggiori di Vega C rispetto a Vega per permettere ai piccoli satelliti di essere lanciati anche come payloads secondari, condividendo il servizio di lancio con altri utenti a condizioni economiche favorevoli”. “Le prestazioni di Vega C – aggiunge Tumino – mirano al mercato dei lanci dei satelliti radar per l’osservazione della Terra, come ad esempio le Sentinelle della costellazione europea Copernicus”. E Vega C sarà il principale lanciatore di Space Rider, il primo sistema riutilizzabile europeo. Un sistema su cui l’Italia ha puntato molto: il segmento di volo realizzato in co-contractorship da Thales Alenia Space Italia (stabilimento di Torino) e Avio (a Colleferro) e il segmento di terra realizzato in co-contractorship da Telespazio (stabilimento del Fucino) ed Altec (a Torino). Un progetto su cui l’Italia aveva attirato l’attenzione di diversi Paesi durante la Ministeriale Esa del 2019 e che rappresenta un importante tassello di una più ampia roadmap nazionale, come ha sottolineato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia in occasione della firma lo scorso dicembre dei contratti tra Esa e le industrie italiane. Un percorso nel quale si inserisce anche lo spazioporto di Grottaglie che, come ha detto un mese fa il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher durante l’evento “Obiettivo Europa: l’Italia e il futuro dello spazio” organizzato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dall’Asi, potrebbe essere utilizzato per il rientro dello Space Rider. A che punto è il progetto? “Space Rider sta completando la fase di progettazione dettagliata, comunemente chiamata fase C, per cominciare la fase di costruzione e di verifica a terra all’inizio del 2022, per un lancio inaugurale previsto nella seconda metà del 2023”, spiega Giorgio Tumino. “Space Rider rappresenta molto per l’Europa principalmente per due motivi. – sottolinea lo Space Rider Programme Manager di Esa -. É il primo sistema riutilizzabile Europeo, progettato per essere lanciato ed operato nello spazio, capace di rientrare dallo spazio ed atterrare per essere riutilizzato svariate volte. Ed è un sistema che offre un nuovo servizio rivolto a clienti commerciali ed istituzionali, per applicazioni spaziali e non, che vanno dalla farmaceutica e biomedicina attraverso sperimentazione avanzata in microgravità con livelli non raggiungibili altrimenti (10-6 g), che permette la sperimentazione (IOV/IOD – in orbit validation/in orbit demonstration) di tecnologie per l’esplorazione robotica, per l’osservazione della Terra, per la scienza, per le telecomunicazioni, e che prepara – conclude Giorgio Tumino – possibili servizi futuri di satelliti in avaria (IOS – in orbit servicing) o di approvvigionamento (upload/download) per future stazioni commerciali orbitanti”. (Luciana Papa)