Felice anno nuovo su Marte! Prossimo capodanno il 26 dicembre 2022

Ieri iniziato l'anno 36, ognuno equivale a 687 giorni terrestri

FEB 8, 2021 -

Roma, 8 feb. (askanews) – Felice capodanno marziano! L’Agenzia spaziale europea festeggia l’arrivo dell’anno 36 su Marte con una foto che ritrae il pianeta rosso l’ultimo dell’anno – il 6 febbraio – e il primo del nuovo anno, festeggiato il 7 febbraio 2021. E siccome un anno su Marte equivale a 687 giorni terrestri il 37esimo anno inizierà il 26 dicembre 2022, il 38esimo il 12 novembre 2024, il 39esimo il 30 settembre 2026, il 40esimo il 17 agosto 2028 e così via…

Perchè 36? Perchè nel calendario marziano gli anni si contano dall’equinozio di primavera nell’emisfero nord del pianeta che si è verificato l’11 aprile 1955, data che segna l’inizio dell’anno marziano Uno. Il sistema – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – è stato descritto per la prima volta in un studio di R. Todd Clancy dello Space Science Institute sulla variazione stagionale della temperatura dell’atmosfera di Marte. Sebbene Clancy abbia descritto la scelta come “arbitraria”, la grande tempesta di polvere del 1956 cade proprio nella seconda metà di questo primo anno.

Su Marte, come sulla Terra e su ogni altro pianeta del Sistema solare, l’anno viene scandito dalle rivoluzioni del pianeta attorno al Sole. Tuttavia, ci sono alcune differenze significative tra un anno su Marte e uno sulla Terra. Un anno su Marte equivale a 687 giorni terrestri. In altre parole, il Pianeta rosso impiega quasi il doppio del tempo della Terra per orbitare attorno al Sole. Questo significa che, su Marte, la nostra età sarebbe molto minore. Festeggeremmo il compleanno ogni 23 mesi terrestri, spiega l’Esa. Dividendo la nostra età per 1.88 potremmo raccontare, senza mentire, che quella è la nostra vera età…su Marte!

Un giorno marziano è definito, come sulla Terra, come il tempo impiegato dal pianeta per compiere una rotazione attorno al proprio asse. Però non si chiama giorno, come sulla Terra: si chiama sol. Un sol è solo leggermente più lungo di un giorno terrestre: 24 ore e 39 minuti. Il termine – spiega Media Inaf – fu adottato nell’ambito del programma Viking, per evitare confusione con un giorno terrestre. Analogamente a quanto avviene sulla Terra, un’ora solare di Marte è 1/24 di sol e un minuto solare 1/60 dell’ora solare.

Marte ha quattro stagioni – inverno, primavera, estate e autunno – definite dalla posizione del pianeta lungo la sua orbita attorno al Sole. Il capodanno marziano inizia con l’equinozio nell’emisfero nord (primavera settentrionale, autunno meridionale). Mentre Marte percorre la sua traiettoria annuale, l’inclinazione dell’asse del pianeta fa sì che l’emisfero settentrionale riceva più luce solare durante l’estate settentrionale e l’emisfero meridionale ne riceva di più nell’inverno settentrionale, proprio come accade sulla Terra. A differenza delle stagioni della Terra, tuttavia, le stagioni su Marte – evidenzia l’Esa – non hanno la stessa durata, perché l’orbita di Marte attorno al Sole è più ellittica di quella della Terra. Ad esempio, la primavera dell’emisfero settentrionale (autunno dell’emisfero australe) è più lunga – 194 sol – mentre l’autunno dell’emisfero settentrionale (primavera dell’emisfero meridionale) è la stagione più breve, con 142 sol.

L’orbita ellittica di Marte può avere conseguenze importanti. Durante la primavera e l’estate meridionali, Marte oscilla vicino al Sole sempre più vicino. Il conseguente aumento della luminosità riscalda l’atmosfera, facendo sì che la turbolenza sollevi dal suolo marziano particelle molto fini. Per questo motivo, la seconda metà di un anno marziano è spesso caratterizzata da violente tempeste di sabbia, che a volte possono estendersi su tutto il pianeta.

Come sulla Terra, gli inverni sono freddi e le estati sono calde, ma in generale la temperatura del pianeta è molto più fresca, con una media annuale di meno 60 gradi Celsius. Il pianeta è soggetto a diversi fenomeni meteorologici durante le stagioni, uno dei quali riappare ogni anno intorno alla primavera e all’estate meridionali: la Arsia Mons Elongated Cloud, una nube di cristalli di ghiaccio che può raggiungere i 1800 chilometri di lunghezza, che appare sul vulcano Arsia Mons, alto 20 chilometri. Si ripresenta per almeno 80 sol e poi scompare di nuovo durante il resto dell’anno.