Segnali “alieni” da Proxima Centauri? Il parere dell’Inaf

Askanews ha intervistato la ricercatrice Marta Burgay

DIC 28, 2020 -

Milano, 28 dic. (askanews) – Ha fatto in poco tempo il giro del mondo, eccitando gli animi di scienziati e appassionati di astronomia, la notizia di un segnale radio di possibile origine artificiale proveniente da Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, distante “appena” 4,2 anni luce.

La scoperta, anticipata dal britannico the Guardian, è stata fatta con il radiotelescopio Parkes, in Australia, dai ricercatori del progetto Breakthrough Listen, attivo dal 2015, che, come i colleghi del Seti (Search for extraterrestrial intelligence), scandagliano il Cosmo in cerca di segnali di potenziali civiltà aliene.

Ma di cosa si tratta esattamente? Per saperne di più askanews ha intervistato l’astrofisica dell’Inaf, Marta Burgay, ricercatrice presso l’osservatorio di Cagliari.

“Al contrario dei segnali di origine naturale, provenienti dalle stelle, dalle galassie e dalle polveri interstellari che vengono emessi normalmente in un’ampia gamma di frequenze nelle onde radio – ha spiegato – questo segnale viene emesso a un’unica frequenza, nella fattispecie a 982 MHz. Questa caratteristica fa sì che lo si possa interpretare come un segnale di origine artificiale e non naturale”.

Artificiale però non vuol dire necessariamente alieno. Potrebbe essere, per esempio, l’interferenza di una stazione radio o il segnale di un satellite.

“A 982 MHz non conosciamo nessuna stazione radio terrestre – ha aggiunto la scienziata italiana – ma probabilmente ci potrebbero essere dei satelliti che potrebbero emettere a quelle frequenze. La ricerca è ancora in corso; si sta cercando di comprendere quale apparecchiatura terrestre potrebbe aver emesso questo segnale, ma nel frattempo la ricerca prosegue anche nella direzione di Proxima centauri. Il radio telescopio di Parkes, un’antenna da 64 metri di diametro, sta continuando a osservare nella direzione di Proxima centauri per cercare di captare nuovamente questo segnale. Fino ad ora non c’è stata nessuna ripetizione di questo segnale, il che rafforza l’ipotesi che si tratti di un segnale di origine terrestre”.

Insomma, piano con gli entusiasmi, potrebbe solo essere un nuovo “segnale wow” ma, in attesa di sviluppi, sognare resta lecito.

“Segnali di questo genere ne vengono captati dai radiotelescopi utilizzati dal progetto Breakthrough Listen in continuazione – ha concluso Marta Burgay – la maggior parte vengono però scartati automaticamente o a una seconda revisione perché viene individuata l’apparecchiatura terrestre che ha emesso quel segnale. In questo caso, questa individuazione non è stata ancora fatta ma il lavoro prosegue in questa direzione. Un altro elemento che rende poco plausibile il fatto che si tratti di un segnale di origine aliena è il fatto che proviene dalla stella più vicina a noi. Se esistesse, oltre a quella umana, un’altra civiltà aliena, le probabilità che questa civiltà aliena fosse proprio dietro l’angolo sarebbero bassissime. Se in questo piccolo angolo d’universo esistono ben 2 civiltà intelligenti capaci di emettere onde radio, questo significherebbe che di civiltà intelligenti capaci di mettere onde radio potrebbero essercene nella nostra galassia fino a un miliardo e questo statisticamente è abbastanza improbabile”.