Lincei, Parisi: è nostro dovere impedire diffusione pseudoscienza

"Come Accademia dobbiamo promuovere cultura basata sui fatti"

NOV 13, 2020 -

Roma, 13 nov. (askanews) – “Come Accademia abbiamo il dovere di promuovere una cultura ‘basata sui fatti’ e impedire che si diffonda la pseudoscienza e che si facciano scelte sbagliate. Non basta capire, trovare la strada, ma bisogna riuscire a comunicare, a spiegare non solo i risultati ma anche la metodologia seguita, per poter essere convincenti in maniera duratura”. A sottolinearlo il presidente dell’Accademia dei Lincei, il fisico Giorgio Parisi, nella relazione per l’inaugurazione del 418° Anno Accademico svoltasi oggi in forma telematica durante la quale sono stati solo conferiti i Premi Antonio Feltrinelli che saranno consegnati in presenza ai vincitori durante una cerimonia che sarà organizzata appena la situazione sanitaria lo consentirà.

La pandemia ha fatto scoprire al pubblico l’importanza della scienza, il ruolo essenziale che svolge nell’affrontare emergenze come quella che il mondo sta vivendo per la diffusione del coronavirus. “Lavori scientifici con un interesse scientifico relativamente basso – ha detto Parisi – sono apparsi sulle prime pagine di giornali, presidenti di nazioni importanti hanno commentato i risultati di studi clinici esprimendosi a favore di nuove terapie, siamo stati circondati da talk show in cui si dibattevano sottili problemi scientifici, discussioni infinite sui social in cui si affrontavano delicate questioni di epidemiologia e di probabilità condizionate. Il motivo è chiaro: è risultato evidente a tutti che la scienza è fondamentale nell’arrestare l’epidemia”.

“La scienza moderna ci ha permesso nella prima volta nella storia dell’umanità di frenare l’avanzata di una pandemia prima di un’espansione incontrollata. Solo 30 anni fa non sarebbe stato non solo possibile, ma nemmeno concepibile. Uno strumento fondamentale per contenere la pandemia, durante e dopo il lockdown, è stata la possibilità di individuare le persone malate, facendo i test e mettendole in quarantena, test che sarebbero stati impensabili 30 anni fa e che sono al limite della tecnologia attuale. Probabilmente nemmeno 10 anni sarebbe stato possibile utilizzarli in questo modo massiccio”. Oltre alla disponibilità di test adeguati, hanno avuto un ruolo importante le tecnologie per la comunicazione: “si è riusciti a fare lockdown senza distruggere la produzione: molti hanno lavorato con il telelavoro grazie a Internet. In un altro momento storico – ha evidenziato il presidente dell’Accademia dei Lincei – questo sarebbe stato impossibile e le conseguenze economiche sarebbero state ancora peggiori. La rete ha salvaguardato anche le relazioni sociali consentendo di rompere, almeno in parte, l’isolamento e lo hanno reso socialmente più sopportabile. Sembra quasi di vivere in un romanzo di fantascienza, ‘Il sole nudo’ di Asimov”.

“Ma la scienza ha avuto un ruolo ancora più importante. La linea strategica scelta è stata molto chiara: contenere l’epidemia con misure drastiche che possono essere sostenute economicamente solo per un periodo relativamente breve, fino all’arrivo del vaccino. Senza la speranza di avere un vaccino in tempi brevi la strategia sarebbe stata molto diversa. In passato per avere il vaccino ci sarebbero voluti dieci anni. Questa settimana – ha ricodato Parisi – abbiamo avuto due ottime notizie: il vaccino funziona e sono disponibili anticorpi monoclonali che possono bloccare il progresso della malattia in una grande percentuale di casi. Le speranze riposte non erano infondate”.

L’interesse per la Scienza, il ricorso costante agli scienziati per spiegare via via i fenomeni legati alla pandemia, ha avuto anche una “ricaduta insospettata”. “Molte persone sono rimaste sconcertate dal vedere scienziati illustri accapigliarsi con la stessa veemenza che potrebbero avere esponenti politici di partiti diversi. Questo stupore è dovuto anche a una incomprensione del meccanismo in cui si forma il consenso scientifico. Quando si verifica un fatto nuovo, scienziati diversi propongono interpretazioni diverse. Procedendo lentamente, provando e riprovando come diceva il nostro grande socio Galileo Galilei, aumentando le conoscenze con nuovi dati, con nuovi esperimenti, si forma lentamente un consenso attorno a una delle interpretazioni proposte”.

“In un momento in cui la scienza televisiva sembra indecisa, – ha sottolineato Parisi – il ruolo delle Accademie diventa sempre più importante sia per arrivare il più velocemente possibile a un consenso, sia per diffondere il consenso raggiunto al pubblico. Le Accademie hanno un enorme prestigio, accumulato nei secoli, e i loro interventi possono avere una grande influenza: con la loro autorevolezza possono essere protagoniste di riflessioni da comunicare a un pubblico vasto e devono essere capaci di influenzare la società e le istituzioni, anche in presenza di interessi settoriali che possono spingere nella direzione opposta”.