Forum a Ca’ Foscari: con Intelligenza artificiale città più smart

Strategy Innovation Forum all'università veneziana

SET 4, 2020 -

Milano, 4 set. (askanews) – Infomobilità, geolocalizzazione dei veicoli nei parcheggi, monitoraggio dei flussi dei passeggeri, analisi dei livelli di inquinamento, controllo dei consumi degli edifici storici sono alcune delle informazioni che l’Intelligenza Artificiale è in grado di mettere a sistema per rendere le città sempre più smart e più vivibili per i cittadini. Tuttavia la diffusione dei servizi di AI in Italia è ancora limitata: si stima che solo il 12% delle imprese italiane utilizzi applicazioni di AI mentre oltre la metà dei comuni capoluogo (fonte Icity Rank 2019) utilizzano almeno una applicazione, i più diffusi dei quali riguardano gli assistenti virtuali e l’illuminazione pubblica. Tuttavia, la crescita percentuale del mercato è molto elevata (50% annuo).

E’ quanto emerge dal panel “Gli impatti di IA e di Blockchain sulle Smart Cities”, che si è tenuto oggi venerdì 4 settembre all’interno dello Strategy Innovation Forum di Università Ca’ Foscari Venezia, organizzato da Carlo Bagnoli, Professore Ordinario di innovazione strategica e fondatore e ideatore del SIF.

Lombardia e Lazio sono le regioni dove queste tecnologie sono più diffuse (pari a circa il 45% del totale nazionale), secondo la Ricerca nazionale dell’agenzia per l’Italia del 2018. Milano si conferma la città più smart soprattutto per la mobilità sostenibile, seguita da Firenze che ha un buon posizionamento per qualità sociale e trasformazione digitale. Bologna, Bergamo, Torino, Trento, Venezia, Parma, Modena e Reggio Emilia completano la classifica delle prime dieci smart city italiane. Grazie al fondo Next Generation EU (più noto in Italia come Recovery Fund), il paese sarà dotato di una capacità finanziaria di circa 209 miliardi, di cui 81 miliardi a fondo perduto, che almeno per metà permetteranno di accelerare la transizione digitale, con un focus particolare sull’economia dei dati, sull’intelligenza artificiale, sulla blockchain e sul cloud.

Del resto dalla smart city il cittadino si aspetta soprattutto una riduzione dell’inquinamento (40%) e degli sprechi di energia e risorse (34%) attraverso la gestione intelligente di rifiuti, acqua e una costruzione di edifici basati su criteri di efficienza energetica. Alte aspettative anche per il miglioramento della qualità di vita con servizi di sanità più efficienti (32%), maggiore sicurezza grazie alle infrastrutture di videosorveglianza e a tecnologie di controllo cittadino, compresi i sistemi di regolazione del traffico quali possono essere i semafori intelligenti (30%).

“L’emergenza COVID ci ha fatto toccare con mano l’importanza delle reti, della tecnologia e dell’uso intelligente dei dati – ha commentato Alessandra Poggiani, Direttore Generale VENIS -. Ad esempio se ci fosse già stato uno spazio comune europeo di dati sanitari, e un uso integrato di applicazioni IA, le autorità sanitarie avrebbero avuto gli strumenti per utilizzare i dati come una risorsa essenziale per fronteggiare più tempestivamente il propagarsi del virus. Ecco perché – ha continuato Poggiani – La crisi scatenata dal COVID-19 deve darci una spinta all’implementazione di intelligenza artificiale e integrazioni dati”.

Per accelerare i processi e rendere gli obiettivi realtà non è possibile prescindere dalla capacità delle infrastrutture, di calcolo, ma soprattutto di rete. Non solo le applicazioni di intelligenza artificiale hanno bisogno di reti maggiormente performanti e capillari come il 5G, ma lo stesso 5G per funzionare al meglio avrà bisogno di applicazioni di IA e machine learning. Le reti 5G che connetteranno milioni di oggetti (dagli smartphone alle automobili, dagli smartwatch ai droni, dai semafori alle videocamere, dagli impianti di illuminazione pubblica a quelli di riscaldamento privato, ecc. ecc.) richiederanno un elevatissimo livello di automazione, con sistemi in grado di apprendere e modificare dinamicamente le regole di funzionamento.

“Innovazione e tecnologia sono destinate ad entrare sempre di più nel vissuto quotidiano dei cittadini, ma per accelerare i processi tecnologici è necessario fare di più – ha spiegato il Professor Bagnoli -. Grazie al fondo Next Generation EU il Paese sarà dotato di una capacità finanziaria di circa 209 miliardi (di cui 81 miliardi a fondo perduto). La metà, quindi oltre 100 miliardi, saranno indirizzati a favorire la transizione digitale, in particolare l’economia dei dati, l’intelligenza artificiale, la blockchain e il cloud. Una strada che il Veneto e Venezia hanno già imboccato, ma sulla quale si potrà e dovrà velocizzare la corsa” conclude l’ideatore del SIF.