Trasporto spaziale, al via progetto di ricerca “Generazione E”

Coordinato dal DASS, durerà 30 mesi e costerà 4 mln euro

APR 16, 2019 -

Roma, 16 apr. (askanews) – Prende il via il progetto “Generazione E” (Ricerca e sperimentazione di Materiali, sistemi Diagnostici e di Controllo ambientale per i veicoli di trasporto spaziale di generazione Evoluta). Presentato oggi a Roma, il progetto è coordinato dal Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS), in qualità di capofila di un ampio partenariato che coinvolge tra gli altri il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), il Centro Ricerca Aerospaziale Sapienza (CRAS) della prima università di Roma, il Distretto Tecnologico Nazionale sull’Energia (DiTNE) per il tramite del socio Università del Salento – Dipartimento Ingegneria dell’innovazione e la società Avio SpA.

Finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a valere sulla tematica Aerospazio del bando di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle 12 aree di specializzazione individuate dal Piano Nazionale della Ricerca 2015-2020 emanato nel Novembre 2017, e coordinato dal punto di vista tecnico-scientifico dal prof. Giacomo Cao dell’Università di Cagliari e presidente del DASS, il progetto prevede una durata di 30 mesi e costi per un totale di quattro milioni di euro, di cui due a carico del Miur.

I principali obiettivi, nell’ambito del settore della propulsione spaziale, – informa il Dass – riguardano: l’analisi delle relative prestazioni attraverso modelli calibrati su risultati di test a terra, lo sviluppo di metodi di caratterizzazione di materiali ad alta temperatura, la realizzazione di un prototipo per l’ abbattimento delle emissioni per prove a terra e lo sviluppo di tecniche di diagnostica avanzata.

“Si tratta dell’approvazione del primo progetto a carattere nazionale – precisa il presidente del DASS Giacomo Cao – che vede il distretto capofila di un partenariato di grande valore e competenza. Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto che consente ad alcuni soci, quali l’Università di Cagliari, titolare di una quota progettuale di circa un milione e quattrocento mila euro, il CIRA e la IM, di poter contribuire in modo diretto all’iniziativa SPTF (Space Propulsion Test Facility), annunciata dal socio Avio nel luglio 2017 e in parte già avviata in Sardegna”.

“Nel settore spaziale la programmazione dei lanciatori europei dei prossimi anni è al centro delle attenzioni di governi, agenzie e industrie. L’Italia deve consolidare e sviluppare il successo ottenuto dal Vega grazie agli importanti investimenti degli scorsi anni ed alla intuizione e capacità del proprio sistema spaziale nazionale. In particolare è ormai accettata a livello internazionale l’opzione di sviluppare motori ossigeno/metano, per i quali il nostro Paese si è battuto ed ha investito negli scorsi anni. In questo senso occorre ricordare che il gruppo Avio è oggi l’unico in Europa che possiede un dimostratore realizzato con successo ed è un passo avanti agli altri nello sviluppo di queste tecnologie. Occorre però che il Paese si doti di un Centro con attrezzature adeguate per sperimentare i motori in scala reale. SPTF potrà essere questo e la formula di partecipazione pubblico/privato uno strumento moderno e intelligente per garantirne il necessario finanziamento. Tutti noi guardiamo quindi con fiducia ai primi passi che si stanno muovendo verso la realizzazione di questo progetto e auspichiamo che supporti a questo disegno possano venire da Governo ed istituzioni nazionali e regionali”, aggiunge il prof. Marcello Onofri della Sapienza.

“Il CRAS con la propria tradizionale esperienza nel campo della propulsione spaziale potrà dare il suo contributo di modellistica e simulazione per la costruzione di componenti utili alla crescita ed il funzionamento di questi impianti”.