Carburanti, Meloni rivendica: no taglio accise, preferito altri aiuti

Premier nega di aver fatto promesse. "Giusto ma ora impossibile. Lo faremo"

GEN 11, 2023 -

Roma, 11 gen. (askanews) – Formalmente una risposta alle critiche dell’opposizione e a quella che definisce una “campagna mediatica ben costruita”. Sottotraccia, anche un discorso fatto a suocera perché nuora intenda. Il giorno dopo il varo in Consiglio dei ministri del decreto sulla trasparenza dei prezzi della benzina, Giorgia Meloni affida a un video di 15 minuti diffuso sui social la difesa della scelta di non intervenire con il taglio delle accise. Una puntata “speciale” e monotematica, del format “Il diario di Giorgia”, che ha un doppio obiettivo: da una parte parlare in modo non filtrato agli elettori scontenti perché dal primo gennaio hanno visto lievitare i costi del pieno, dall’altra ricordare agli alleati, e in particolare a Forza Italia che da giorni continua a chiedere un intervento sui prezzi, che le decisioni prese con la manovra sono figlie di una precisa scelta politica. Ovviamente nel discorso non c’è riferimento alcuno alle prese di posizione degli altri partiti della maggioranza. Ma la presidente del Consiglio rivendica la decisione, sua e dell’intero esecutivo, di destinare ad altre misure le risorse che sarebbero state necessarie per la riduzione alla sforbiciata, in nome di un principio di “giustizia sociale”. Il punto di partenza è che un intervento di quel tipo sarebbe costato un miliardo al mese, almeno dieci miliardi l’anno. “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi”, spiega. Una decisione che la premier si intesta pienamente, adducendo almeno due argomenti: il primo “è che tagliare le accise sulla benzina è una misura che aiuta tutti indipendentemente dalla condizione economica che hanno”, il secondo è che “il mercato del petrolio stava scendendo”. Meloni sostiene di aver semplicemente agito in continuità con il precedente governo che aveva fissato la deadline del 31 dicembre e replica anche a chi prova a inchiodarla a un filmato in cui parlava appunto della necessità di abolire le accise. “Non è un caso – dice – che quel video sia del 2019 e non di questa ultima campagna elettorale. Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliare le accise sulla benzina. Il punto è che si fanno i conti con la realtà con la quale ci si misura. E non sfuggirà, a chi non ha pregiudizi, che dal 20019 a oggi il mondo intorno a noi è cambiato e purtroppo noi stiamo affrontando una situazione emergenziale su diversi fronti che ci impone di fare alcune scelte”. Quindi, afferma, “io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina perché banalmente sapevo quale era la situazione di fronte alla quale mi sarei trovata”. La presidente del Consiglio, ben sapendo che si tratta di un tasto molto sensibile per l’elettorato, si sbilancia però per il futuro. “Sono fortemente speranzosa – dice – della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale, non temporaneo delle accise, ma questo necessità di una situazione diversa, di rimettere in moto la crescita economica di questa nazione”. Meloni snocciola una serie di dati per dimostrare che comunque, al momento, il prezzo medio della benzina non è poi così tanto più alto (e anzi in alcuni casi più basso) di quanto non sia stato nei mesi o negli anni scorsi. Ammette, però, che ci possono essere state delle “storture”, ma allo stesso tempo evita di ingaggiare uno scontro con i distributori. “È accaduto che vi siano alcuni che, nelle more di una modifica intervenuta da parte del governo, magari un po se ne approfittano e lì bisogna intervenire. Voglio dire però – osserva – che la gran parte dei benzinai si sta comportando in maniera assolutamente onesta e responsabile. E’ soprattutto a loro tutela che noi dobbiamo lavorare per verificare se invece ci dovesse essere qualcuno che si vuole approfittare di una situazione che è già delicata”.