Crosetto: mandare via quei burocrati capaci solo di dire No

"Ci vuole tempo ma bisogna avere coraggio di fare queste scelte"

DIC 28, 2022 -

Roma, 28 dic. (askanews) – “Le risorse” per la legge di bilancio “erano poche. Se non avessimo un’inflazione mai così alta dagli anni ’80, se avessimo avuto i soldi che hanno avuto Conte e Draghi, se il prezzo del gas non fosse stato così alto, tutto sarebbe stato più facile. E avremmo avuto più possibilità di investire. Ma a quelli che sostengono che abbiamo elargito mance e che si sono inventati i banchi a rotelle, rispondo che al contrario di loro non abbiamo sprecato un solo euro. Noi abbiamo lavorato per la crescita”. Lo afferma, a proposito della manovra appena sbarcata in Senato, il ministro della Difesa Guido Crosetto (Fdi) in un’intervista al Messaggero. Secondo Crosetto il percorso accidentato della legge di bilancio manovra è stato provocato da più fattori: “Il primo problema è stata la tempistica: Giorgetti ha avuto appena tre giorni per mettere su la manovra. Il secondo è quello di una classe dirigente nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica che va cambiata in profondità. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse, se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa. E poi c’è un problema di classe parlamentare: come è avvenuto nel 2018 per i 5Stelle, si è pagata un po’ di inesperienza”. Crosetto lascia dunque intendere che il governo procederà a uno spoil system massiccio. “Il termine scade a fine gennaio. Di certo non è facile sostituire le burocrazie esistenti. Perché alcune persone sono di grande valore. E perché la macchina amministrativa deve andare avanti e non puoi fermarti mandando subito via funzionari di cui non ti fidi o hanno idee diverse dalle tue. Ci vuole un po’ di tempo. Ma bisogna avere il coraggio di fare queste scelte, mentre in alcuni ministeri c’è il timore di prendere decisioni che invece vanno prese per rimettere in moto il Paese. Serve coraggio. Bisogna tagliare con il machete alcune catene che bloccano lo sviluppo dell’Italia: ora ci vogliono 17 anni per realizzare un’opera pubblica, dovranno diventare quattro o cinque al massimo”. Il ministro della Difesa vorrebbe usare il machete soprattutto “contro chi nelle amministrazioni pubbliche si è contraddistinto per la capacità di dire no e di perdere tempo. Se non mandiamo via queste persone, facciamo un danno al Paese. E noi non abbiamo vinto le elezioni per danneggiare l’Italia. In più, al contrario degli altri, potremmo cambiare in quanto non abbiamo fatto nulla perché qualcuno possa ricattarci. Noi non abbiamo mai fatto affari e non gli abbiamo promesso nulla. Insomma, non abbiamo un passato che ci rende difficile intervenire: coloro che vogliono salvare l’Italia da un declino mortale andranno tenuti, per gli altri bisogna avere il coraggio di cambiare”.