Sanità, De Luca: situazione drammatica, governo non fa nulla

"A gennaio alcuni pronti soccorso chiuderanno per carenza medici"

DIC 7, 2022 -

Napoli, 7 dic. (askanews) – La situazione della sanità ospedaliera in Italia “è seria e, per quanto riguarda i pronto soccorso, è drammatica. Non hanno fatto niente quelli di prima e non sta facendo niente il governo attuale”. Queste le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sollecitato sul tema. “Nella legge di stabilità stanziano due miliardi, ma solo per l’aumento dei costi energetici se ne andrà un miliardo e mezzo. Non ci hanno ancora restituito i fondi che abbiamo impegnato per il Covid perché le Regioni – ha ricordato – hanno pagato i fondi per il Covid. Il governo ha restituito solo i due terzi, manca all’appello un altro terzo e, ovviamente, non avremo personale. Non so, sinceramente, dove intendono arrivare. Mi auguro che perlomeno avremo un’integrazione di finanziamenti per dare condizioni retributive più dignitose ai medici impegnati nell’area dell’emergenza-urgenza, cioè nei pronti soccorsi e nel 118”. “Abbiamo in Italia una crisi drammatica per quanto riguarda il personale medico e ospedaliero. Sono 15 anni che nessuno programma un accidenti di niente. A gennaio – ha attaccato De Luca – avremo una situazione di difficoltà inimmaginabile in tutta Italia. Dovremo fare i conti con la chiusura di alcuni pronti soccorso perché non ci sono i medici”. “In Campania abbiamo fatto almeno cinque concorsi: non partecipano per l’area delle emergenze-urgenze e quando partecipano, dopo 48 ore, chiedono il trasferimento presso altre strutture ospedaliere e, ovviamente, non possiamo fare nulla per impedirlo. Bisogna prendere delle decisioni a livello nazionale. La proposta che abbiamo fatto noi è di mettere a lavorare negli ospedali i giovani laureati già dal primo anno di specializzazione. Non c’è altro da fare, altrimenti – ha continuato il governatore – dovremmo ridurci, come qualche altra parte d’Italia, dove si pagano i medici a partita Iva, ma questo significa in prospettiva che distruggiamo la sanità pubblica perché di questo passo i medici si trasferiranno nei settori privati dove, ovviamente, guadagneranno il doppio. C’è un problema di personale che non c’è. Nessuno ha programmato l’ingresso di medici in relazione ai pensionamenti, ha considerato la mancata specializzazione e nessuno ha immaginato di integrare i trattamenti retributivi per il personale medico pubblico”, ha concluso De Luca.