Mattarella: non dimenticare stragi mafiose, ricordare vittime

Memoria non si attenua, rinnovare solidarietà ai familiari

DIC 5, 2022 -

Roma, 5 dic. (askanews) – A trent’anni di distanza dalle stragi mafiose del ’92 la memoria non si attenua, la solidarietà con i familiari delle vittime va rinnovata. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo oggi al Quirinale il capo della Polizia Lamberto Giannini e una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Nel corso dell’incontro è stato presentato il film della serie “Memories” dal titolo “I Ragazzi delle Scorte”, dedicato al ricordo dei poliziotti che hanno perso la vita nelle stragi di mafia del 1992, che andrà in onda su Raiuno il prossimo 30 dicembre e sarà pubblicato su RaiPlay. “Ringrazio il Capo della Polizia. Sono contento di accogliervi qui al Quirinale. L’iniziativa è di grande valore. Davvero merita ogni apprezzamento”, ha detto il capo dello Stato. “Mentre Lamberto Giannini parlava, riflettevo – ha continuato – che quando avvengono eventi luttuosi gravi di questo genere tutti quanti noi nel Paese pensiamo naturalmente subito alle vittime. Ma poi il pensiero prevalente è sugli effetti pubblici, sulla vita sociale. Quello di riportare l’attenzione sulle conseguenze umane, personali, dirette dei familiari, è il modo più efficace per non far perdere la memoria, che non si è affatto attenuata”. “Trent’anni non sono pochi. Ma ogni anno – ha sottolineato Mattarella – il ricordo è sempre con lo stesso valore e intensità che c’era nei primi giorni. Però questo di far vedere le conseguenze sulla vita familiare dei congiunti, sullo sconvolgimento di prospettive di futuro e di condizioni è il modo per far toccare con mano l’orrore di quello che commette la mafia con i crimini. Ed è il modo – come ho detto – più efficace, anche per i giovani, per trasmettere questo messaggio di consapevolezza. C’è stata una crescita molto grande in questi anni. Però far vedere le conseguenze umane, familiari, concrete, nella vita quotidiana, che si prolungano nel tempo, è il modo più efficace e più forte per toccare con mano, e per rendersi conto di che cosa comporta”. “Tra l’altro, so bene – ha osservato ancora il presidente della Repubblica – che l’attività di scorta non era soltanto, per coloro che ricordiamo, un’attività professionale, un modo di impegnarsi professionalmente. Era anche frutto di una passione e del legame con la persona con la quale si stava. Era frutto di passione e anche un contributo protagonista alla vita civile e di sicurezza del Paese. Per questo ricordarlo è fondamentale, e questo modo è particolarmente efficace. È anche un modo per far rinnovare, intorno ai familiari delle vittime e ai superstiti, la solidarietà del Paese che – ripeto – non si è attenuata, non è venuta meno affatto. Però è bene contribuire a farla stare sempre al massimo livello”. “Ed è questa la solidarietà – ha detto Mattarella – che intendo esprimervi adesso, questa sera. Per chi, come me, ha avvertito da vicino quei due eventi e ha avuto quindi maggiore capacità di poter comprendere cosa comportavano come effetti pubblici e come conseguenze private, familiari, nella vita quotidiana, l’apprezzamento per questa iniziativa è ancora più alto. Ringrazio il Capo della Polizia, e ringrazio coloro che hanno impiegato la loro professionalità per realizzare questo documentario: è un messaggio importante che viene trasmesso. È un bel messaggio. Io so bene che non c’è nulla, neanche a distanza di trent’anni, che possa rifondere, in qualche modo, che possa coprire, che possa rimuovere quello che è avvenuto, e il dolore che si è avvertito allora e che si è avvertito nel corso del tempo, e si protrae nel corso del tempo. E’ questo un modo di far conoscere le persone, le figure individuali delle singole vittime. E questo è davvero un bel modo di ricordarle”, ha concluso.