Lombardia, M5s: no a tagli dell’assessore Galli a fondi per teatri

"La Scala vedrà una decurtazione del 45%, il Piccolo del 55%"

DIC 5, 2022 -

Milano, 5 dic. (askanews) – Con una delibera la Regione Lombardia e e il suo assessore alla cultura Stefano Bruno Galli “hanno deciso di tagliare in maniera drastica e del tutto insensata i finanziamenti ai teatri lombardi”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del M5s Ferdinando Alberti. “Solo per citare alcuni dei teatri lombardi più conosciuti, la Scala vedrà una decurtazione del 45%, il Piccolo del 55%. E i teatri di Brescia non sono da meno: -55% anche per il Centro Teatrale Bresciano e -10% per il Grande. Quello che più preoccupa sono certo i tagli che azzopperanno tutto il settore in maniera drammatica, ma anche e soprattutto il metodo e le giustificazioni addotte dall’assessore Galli” ha osservato l’esponente pentastellato in una nota. “Le dichiarazioni dell’assessore Galli fanno rabbrividire. Ha detto che la pandemia ha dimostrato che la cultura non sta in piedi senza l’intervento pubblico e che, per via delle difficoltà, il settore pubblico deve adottare criteri rigorosi nell’erogazione dei finanziamenti, che dopo il Covid le istituzioni culturali devono adottare soluzioni per ridurre i costi e non devono lamentarsi dei tagli. Ma Galli si accorge solo ora, dopo cinque anni di assessorato, che la cultura non sta in piedi senza l’intervento pubblico? All’assessore va ricordato che la cultura necessita da sempre degli aiuti dello Stato e non solo da dopo il periodo di pandemia. Come gli va ricordato che l’Italia è ultima in Europa per spesa per servizi culturali e che investe la metà dei nostri competitor: 0,3% del Pil contro lo 0,5% di Spagna e Germania e lo 0,7% della Francia” ha aggiunto. “Secondo Galli il settore dovrebbe svendersi al miglior offerente per poter sopravvivere riempiendo i teatri di banner pubblicitari come in uno stadio? E se Eschilo, Sofocle ed Euripide vengono bocciati da qualche influencer sui social, li cancelliamo dai teatri? E se non dovessero essere apprezzati dall’assessore, taglierebbe ulteriormente i fondi? E a quando la commessa da parte di qualche fondazione politica per mandare in scena opere che più si abbinano ai gusti del governo di turno?” si è chiesto Alberti. “Con le sue uscite e decisioni politiche, Galli ha mostrato quale sia il fine ultimo dell’azione politica del centrodestra in Lombardia in merito ad ogni settore: il mercato. È il mercato a stabilire le politiche sanitarie, agricole, energetiche, del lavoro, della gestione dell’acqua, delle infrastrutture e via all’infinito sino alla Cultura” ha concluso Alberti.