Mattarella rinsalda rapporti con Svizzera, siamo amici profondi. Stoppare cervelli in fuga

A Politecnico Zurigo incontra studenti e ricercatori italiani: dobbiamo offrirgli prospettive

NOV 30, 2022 -

Zurigo, 30 nov. (askanews) – Oltre 110mila tra studenti e ricercatori italiani studiano e lavorano nel Politecnico di Zurigo, eccellenza della tecnologia nel cuore dell’Europa. E’ qui che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di concludere la sua visita di Stato in Svizzera. Un viaggio, iniziato a Berna, che è servito a rinsaldare i rapporti con un partner importante e i cui legami con l’Italia sono storicamente forti. Il capo dello Stato lascia la Svizzera assicurando che le due questioni in sospeso tra i nostri paesi verranno rapidamente risolte. La prima, a cui il presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis ha ribadito di tenere in modo particolare è quella della presenza della Svizzera nella black list italiana dei paesi che offrono agevolazioni fiscali: “L’incontro tra i due ministri svizzero e italiano competenti lascia prevedere una rapida soluzione positiva nell’arco dei prossimi mesi”, assicura Mattarella. L’altro è quello che riguarda il regime fiscale dei transfrontalieri. Oltre ai 670mila italiani residenti nella confederazione infatti ci sono 80mila connazionali che ogni giorno si recano in Svizzera per lavorare e l’Italia non ha ancora ratificato l’accordo bilaterale che disciplina il loro regime fiscale: “Il disegno di legge di ratifica dell’accordo sui frontalieri è già in Senato all’esame della commissione Esteri e l’iter di approvazione parlamentare sarà certamente molto veloce”, è l’impegno del capo dello Stato. La presenza dell’Italia e l’amore per l’italianità sono tangibili durante la visita al Politecnico di Zurigo, Eth, dove il Presidente è accolto con calore e interesse da parte degli studenti. E’ proprio grazie ad alcuni dei nostri cervelli in fuga che qui si inventano e producono le invenzioni del futuro nei campi della tecnologia, della medicina, della transizione ecologica. Durante l’incontro in Aula magna che si è svolto tutto in italiano, a partire dal saluto del presidente Cassis, ci sono 4 eccellenze della ricerca che presentano i loro progetti avveniristici: sono Stefano Brusoni, (viene dalla Bocconi ed è professore di Management in tecnologia e innovazione) studia i sistemi con cui le aziende possono diventare “sociali” grazie alle modalità impreditoriali adottate dalle cooperative; Viola Becattini (Senior Scientist presso l’Eth è stata inserita nella lista degli Innovator europei premiati dal Mit per i suoi studi sui sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica), il suo progetto è stato finanziato dall’Eth e da aziende svizzere in partenership con l’ateneo e renderà la Svizzera libera dalle fonti inquinanti entro il 2050; Paola Picotti (vicedirettore dell’istituto di biologia dei sistemi molecolari), ha ideato un sistema che permetterà di trovare i marcatori del Parkinson rendendo così la diagnosi e la cura più precoci ed efficaci; infine Michele Gregorini, (bresciano poco più che 30enne ha ideato un test per l’autodiagnosi del Covid), ha fondato con due colleghi del Politecnico una società che presto andrà sul mercato e che consentirà di effettuare test rapidi ed economici oltre che efficaci, sui principali virus che procurano ogni anno milioni di morti in tutto il mondo: malaria, malattie sessualmente trasmissibili, Papilloma virus. Mattarella stringe loro la mano sinceramente ammirato dopo aver assistito alla presentazione dei loro progetti e da qui lancia un messaggio più ampio: “Lo scambio di idee e l’incontro con giovani provenienti da diversi Paesi europei favorisce la formazione di un’autentica coscienza critica e mette in comune le esperienze – ha sottolineato il capo dello Stato -. Democrazia e libertà – valori essenziali per tutti i popoli europei – hanno bisogno del sapere che le università alimentano. Non possono rinunciare al confronto delle idee e delle conoscenze che dalle università trae origine e impulso”. “Il Politecnico Federale sin dalla sua fondazione ha fatto proprio e sviluppato ulteriormente il patrimonio ideale delle universitas studiorum europee, offrendo all’insegnamento e alla ricerca un terreno fertile nel quale crescere e produrre i loro risultati migliori. Oggi, qui a Zurigo – ha proseguito – una folta presenza di studenti, ricercatori e docenti italiani rispecchia la ricchezza della collaborazione scientifica e tecnologica fra la Svizzera e l’Italia, una delle dimensioni più rilevanti del nostro partenariato bilaterale”. Prima di lasciare Zurigo e il Politecnico Mattarella ha incontrato anche alcuni dottorandi che qui lavorano per i loro progetti, tra questi ci sono Greta Preatoni, ha studiato al Politecnico di Milano, Valerio Auruci, laureato all’università La Sapienza di Roma, Noemi Gozzi di Modena, Andrea Cimolato di Treviso, Federico Ciotti, anche lui di Roma. Al presidente hanno illustrato il loro studio di neuroingegneria che utilizza la neurostimolazione per migliorare e salvare la vita di pazienti malati di diabete, agli amputati, a chi ha subito ictus o traumi spinali per ridargli la sensazione del tatto e intervenire sul dolore neuropatico. Molti di loro sono qui perchè non hanno avuto scelta: “In Italia – raccontano – non solo è più difficile avere un dottorato (all’Eth infatti si può ottenere senza concorso), ma spesso è malpagato e non ti da prospettive di lavoro, qui abbiamo la possibilità di dar vita ai nostri progetti e di metterli sul mercato creando imprese” grazie ai fondi statali e a quelli del Politecnico che lavora spesso in partenership che le aziende elvetiche, numerose soprattuto quelle del settore farmaceutico. C’è chi vorrebbe tornare in Italia con il suo progetto e chi invece qui vive da anni e non rimpiange il nostro paese anche se non nasconde le difficoltà a partire dalla lingua e dal costo della vita. Ciò che rende attrattiva la Svizzera per questi giovani “geni” è la libertà di realizzare i loro sogni. Molti di loro hanno studiato in Usa o in nord Europa ma poi è qui che hanno trovato opportunità di lavoro e insegnamento. Mattarella non nasconde che questo sia un problema per il nostro paese: “Lo sforzo che l’Italia intende fare è rendere libera la scelta dei nostri giovani offrendo prospettive concrete nel nostro paese, è un tema rilevante e molto importante”.