Acerbo (Prc): governo applichi “sovranismo” ad ArcelorMittal

Imponga gestione pubblica ex-Ilva, garantisca occupazione e bonifica

NOV 17, 2022 -

Roma, 17 nov. (askanews) – “Se Acciaierie d’Italia non si presenta al tavolo con i sindacati è perché i governi non hanno messo finora la multinazionale ArcelorMittal con le spalle al muro. È ora di applicare il ‘sovranismo’ a una multinazionale non ai poveri cristi che arrivano dal mare. Il governo acquisisca il controllo di maggioranza e imponga la gestione pubblica dell’ex-Ilva per garantire la filiera italiana, l’occupazione, una produzione strategica e la bonifica ambientale”. Lo dichiara in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista e componente del coordinamento di Unione popolare. “Il problema – sottolinea – non riguarda solo Taranto. Basti pensare al gruppo Sanac. La Fiom Cgil e gli altri sindacati hanno giustamente annunciato lo sciopero e bene fanno a mettere al centro l’intervento pubblico. Va fatto nella forma più chiara e esplicita. Basta con la prepotenza dei predoni del capitale globale! Giorgetti e Meloni non lo vogliono fare? Sarà almeno smentita la favola che questi sarebbero dei nemici dei globalizzatori”. Secondo il leader del Prc “per riconquistare forza il sindacato di gettare definitivamente nella spazzatura i tabù neoliberisti del centrosinistra e sollevare la bandiera della Costituzione. Ambiente, salute, lavoro sono valori preminenti rispetto al culto ideologico del finto mercato. Nazionalizzare subito non è utopia. Il Parlamento alla fine dell’ultima legislatura ha già dato un mandato politico in tal senso assumendo un odg elaborato dal sottoscritto e Nicola Cavazzuti per Rifondazione comunista e Unione popolare, presentato alla Camera dalle allora parlamentari di ManifestA”. “Il miliardo e passa di euro che reclama l’ad Morselli per ArcelorMittal – dice ancora Acerbo – si utilizzi per acquisire il controllo pubblico. ArcelorMittal fuori dall’Italia! Piangerebbe solo Calenda. L’amico e compagno Michele De Palma che viene dal movimento di Genova 2001 ha gli strumenti anche culturali per proporre questa impostazione con forza all’attenzione del paese. Noi di Rifondazione Comunista la sosteniamo da anni con convinzione”, conclude.